Lavoro e regalie per gli aiutini
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
ROMA/CORRUZIONE SUGLI APPALTI DEGLI IMMOBILI AFFITTATI ALLO STATO: 10 ARRESTI

ROMA. Lo schema è quello classico: promesse di assunzioni, lavori di ristrutturazione in appartamenti fino ad arrivare a "regali" come telefonini di ultima generazione o gadget tecnologici. Il tutto in cambio di appalti, di aiuti per mettere le mani su ricche commissioni.
Protagonisti dieci soggetti raggiunti ieri da altrettante ordinanze di misura cautelare su richiesta della Procura di Roma. In carcere sono finiti due imprenditori e altre otto persone, tra cui funzionari pubblici, ai domiciliari. Il gruppo è ritenuto responsabile, a vario titolo, di corruzione per l'esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato. A tirare le fila, i costruttori Ernesto e Gianfranco Brozzetti raggiunti anche da un provvedimento di sequestro preventivo di quasi 10 milioni di euro. Ai domiciliari, tra gli altri, anche Paolo Ajmone Cat, un manager di Banca Mediolanum all'epoca dei fatti, in questo momento all'estero. L'indagine, svolta dagli uomini della Squadra mobile della Polizia e dell'ufficio Antifrode dell'Agenzia delle Entrate coordinati dal pm Alberto Pioletti, ha riguardo i rapporti tra gli imprenditori e funzionari per l'aggiudicazione degli appalti relativi alla gestione e ristrutturazione degli immobili affittati ad enti pubblici di via dei Normanni, in parte adibiti a sede del Dipartimento delle Finanze del Mef, e di via Costi, adibito a sede dell'Agenzia delle Entrate, Ufficio Provinciale di Roma e Territorio. Altra figura-chiave del procedimento è Massimo Pietrangeli, ex dirigente Agenzia delle dogane e dei monopoli, nonché presidente del Fondo di previdenza del Mef e attualmente alla direzione centrale Tabacchi. Il ministero dell'Economia e Finanze, che ha subito avviato le procedure per la sospensione dei dipendenti delle Agenzie fiscali destinatari di misure cautelari, ha espresso "massima disponibilità" a collaborare con gli inquirenti e si dichiara "parte lesa". In base a quanto accertato, le gare di appalto venivano affidate sempre alla stessa società: la Vapa Appalti Srl, riconducibile ai Brozzetti, che, dall'esame della documentazione acquisita, risulta aver conseguito le commesse in virtù di proposte inizialmente molto vantaggiose. Gli immobili appartengono a fondi immobiliari le cui quote sono interamente del Fondo di Previdenza del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Gli imprenditori puntavano in primo luogo all'acquisto di immobili da destinare a sede di pubbliche amministrazioni e alla gestione, in un secondo momento, della ristrutturazione, facendone lievitare il valore e, di conseguenza, il canone di locazione. Nel sistema corruttivo, è coinvolta anche Cristiana Pattumelli, compagna di Pietrangeli, e già membro del cda del fondo di previdenza del Mef, la quale puntava, in cambio di favori, ad ottenere un posto di lavoro più prestigioso nella pubblica amministrazione. Ai domiciliari, in uno dei filoni dell'indagine, anche due ex dirigenti (ora in pensione) dei Monopoli che avrebbero rivelato, in cambio di assunzioni di soggetti da loro segnalati, notizie e documenti a Leo Checcaglini, un ex manager di una società multinazionale. Accordi che venivano "facilitati" dalla intermediazione di Pietrangeli. Quest'ultimo, pur di soddisfare le pressanti richieste di un nuovo posto di lavoro per la moglie, "non ha avuto alcuna remora ad asservire la propria funzione pubblica alle richieste corruttive del manager" della società.
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