top of page

Lazio, tifosi in festa

Supercoppa/Bagno di folla a Fiumicino per gli eroi di Riad. Rivincita di Lotito


ree

ROMA. La Supercoppa per un super Natale e poi chissà, magari un fantastico 2020 sotto l’egida di un nuovo marchio che potremmo ribattezzare ‘Fenomeno Lazio’. Marchio registrato, garantisce il decennio di vittorie targate Claudio Lotito. Gigi Buffon era stato buon profeta, per i biancocelesti: “Sono gli unici che hanno vinto trofei durante il nostro dominio”, aveva detto il portiere alla vigilia. E non era mai capitato a nessuno prima di battere i pluricampioni d’Italia in carica per ben due volte consecutive, nel giro di due sole settimane e per di più stavolta in una finale. Con Simone Inzaghi la Lazio non ha più tabù o sensi di inferiorità. Sognare si può, anche quella parola che nessuno vuole pronunciare per scaramanzia: scudetto. Altro che semplice qualificazione in Champions. Anche Simone Inzaghi è passato da “il nostro scudetto è il quarto posto” a un più possibilista “dobbiamo continuare così per poterci godere altre serate come queste”. La squadra del piacentino viaggia a ritmo da big, alla pari di Juve e Inter, le più accreditate al tricolore. Poi l’exploit delle otto vittorie consecutive con la ciliegina della Supercoppa vinta a Riad, la quinta nella storia biancoceleste, la seconda di Inzaghi e sempre contro la Juve. I meriti sono da spartire tra tutti, dal vertice della piramide alla base. A cominciare dall’oculata gestione di Claudio Lotito, il patron inizialmente deriso per il suo “calcio didascalico e moralizzante” e contestato dalla frangia più ostile della tifoseria. In undici anni di gestione è il presidente più vincente della storia biancoceleste con sei trofei in bacheca: tre Coppe Italia e tre Supercoppe italiane. “Abbiamo dimostrato di aver surclassato la Juventus, non è un caso” ma piuttosto “è una conferma - dice Lotito - del fatto che possiamo confrontarci con tutti e dare grandi soddisfazioni a tifosi”. Una struttura vincente grazie anche al sodalizio con il ds, Igli Tare. L’albanese esprime esattamente il concetto del Lotito pensiero: aggiungere un tassello alla volta senza perdere i migliori. Anno dopo anno, dall’arrivo di Immobile alla scoperta Milinkovic in Belgio, dal duo di riserve Lucas Leiva-Luis Alberto, al ritorno in Italia di Correa, per non parlare di acquisti come Acerbi e Lazzari arrivati in sordina e oggi pezzi pregiati dell’11 titolare. “Cresceremo passo dopo passo”, ripeteva con orgoglio il ds dopo il trionfo, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa: “Il trofeo lo voglio dedicare anche ai funghi che escono dopo la pioggia”. Il cerchio perfetto si chiude con i tifosi al fianco della squadra, mai come in questo momento storico tutti uniti per continuare a sognare. Il bagno di folla dei circa mille biancocelesti riversati all’alba di ieri a Fiumicino per accogliere nella Capitale Cataldi e compagni di ritorno con la Supercoppa, la dice lunga sull’amore che oggi contamina tutto l’ambiente. Ora le meritate vacanze, si torna a Formello il 31 dicembre per riprendere nel 2020 con la trasferta a Brescia. Con un successo Inzaghi eguaglierebbe Eriksson a nove vittorie consecutive. Quella Lazio ’98/ 99 gettò le basi per il tricolore del 2000. E non lo è mai stata così vicina come oggi.

Commenti


bottom of page