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Le assunzioni a picco, -35% in otto mesi

Inps/La contrazione è il risultato del «pesante» effetto dell’emergenza Covid



ROMA. L'occupazione continua a contare l'effetto dell'emergenza Covid, tanto che nei primi otto mesi dell'anno l'Inps fotografa un calo delle assunzioni pari al 35%. Ne risentono anche le trasformazioni dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, in diminuzione del 32%, mentre frenano le cessazioni dei rapporti di lavoro (-21%), anche grazie al divieto di licenziamento per ragioni economiche inserito nei decreti emergenziali e ora prorogato anche in manovra. L'insieme delle politiche di sostegno messe in campo dal governo per attenuare le conseguenze sul piano economico della pandemia ha evitato 600mila licenziamenti: a calcolare l'impatto delle misure di estensione della cig, il sostegno alla liquidità delle imprese e lo stesso stop ai licenziamenti è un'analisi pubblicata dalla Banca d'Italia. E proprio il ricorso alla cassa integrazione Covid è un paracadute che il governo, assicura la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, è pronto eventualmente a tenere ancora aperto: dopo le ulteriori 12 settimane di cig inserite nella legge di Bilancio, fruibili da gennaio prossimo a giugno, e collegate fino a fine marzo al blocco dei licenziamenti, "laddove dovesse essere necessario, c'è l'impegno del governo a finanziare ulteriori settimane di cassa integrazione", rimarca la ministra. Nello studio pubblicato da Bankitalia si rileva come circa un terzo di questi 600mila posti di lavoro "non si sarebbe probabilmente verificato, anche in assenza del blocco dei licenziamenti, grazie alle altre misure". Tuttavia "quando il migliorare delle condizioni congiunturali lo consentirà, una rimozione graduale del blocco dei licenziamenti potrebbe accompagnarsi al mantenimento di un accesso ampio alla cig- Covid", suggerisce inoltre lo studio. Perché il rischio è che, altrimenti, un'interruzione simultanea sia della cig-Covid sia del blocco dei licenziamenti possa determinare "brusche cadute". "Un dato importante e positivo sull'azione economica del Governo per prevenire la perdita di posti di lavoro. E gli va riconosciuto, senza se e senza ma", scrive Carlo Calenda su Twitter prendendo spunto dallo studio elaborato da Bankitalia. L'Osservatorio Inps sul precariato fotografa, intanto, la caduta del mercato del lavoro ad agosto, sebbene in misura meno forte rispetto al crollo registrato durante i mesi di lockdown totale nella prima ondata della pandemia: le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi otto mesi del 2020 sono state 3.305.000: rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione risulta pari al 35%, indicando "il pesante" effetto dell'emergenza Covid. La contrazione, particolarmente negativa nel mese di aprile (- 83%), è andata progressivamente attenuandosi, con l'allentamento delle misure restrittive, e scendendo sotto il 20% sia in luglio sia in agosto. Il calo non ha risparmiato nessuno: ha infatti riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però particolarmente accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (intermittenti, somministrati, a tempo determinato) Giù anche le trasformazioni dei contratti di lavoro da tempo determinato a quelli a tempo indeterminato, che nel periodo compreso tra gennaio ed agosto 2020 sono risultate 336.000, in flessione quindi rispetto allo stesso periodo del 2019 del 32%. Mentre frenano le cessazioni dei rapporti di lavoro: nel complesso degli otto mesi sono state 3.330.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente del 21%.

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