Le piccole imprese chiedono aiuto
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Credito/Il sistema bancario chiede la proroga dei crediti assistiti

di Massimo Lapenda
MILANO. Il mancato rinnovo delle misure di sostegno per i prestiti di famiglie e imprese porterebbe ad una “emergenza di liquidità” per 1,2 milioni di soggetti con “dissesti e fallimenti”. È questo lo scenario delineato in una analisi realizzata dalla Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani. Il segretario generale, Lando Maria Sileoni, condivide l’appello lanciato nelle settimane scorse dall’Abi e chiede al “Governo di prorogare gli aiuti pubblici sui prestiti di imprese e famiglie”. Lanciano un allarme anche le confederazioni dell’artigianato e della piccola impresa: le scelte in manovra “in materia di accesso al credito e sostegno alla liquidità non sono sufficienti a garantire alle nostre imprese l’ossigeno necessario”, scrivono Confartigianato, Cna e Casartigiani al premier Mario Draghi, chiedendo che l’Ue eviti “ulteriori rigidità” sul credito.“La fine della moratoria e il prgressivo riallineamento del sistema pubblico delle garanzie - avvertono - rischiano di trasformare il graduale ritorno alla normalità in un’ulteriore morsa per le imprese che impedisce loro di consolidare una ripresa possibile o, addirittura, di compromettere definitivamente chi non è riuscito ad ancora ad agganciarla”. Per fronteggiare gli effetti della pandemia sull’economia, sul versante dei prestiti e mutui - evidenzia l’analisi della Fabi - sono state attivate numerose misure pubbliche per complessivi 311 miliardi di euro. La ripartizione vede 60 miliardi di moratorie attive, a fronte di 500 mila sospensioni accordate, 3 milioni di richieste di finanziamenti presentate, più di 220 miliardi di prestiti garantiti da Mcc e 31 miliardi erogati da Sace. Lo Stato e il settore bancario, anche “grazie agli sforzi e al lavoro quotidiano delle lavoratrici e dei lavoratori delle stesse banche, hanno svolto un ruolo essenziale, durante la pandemia, per sostenere l’economia italiana”, afferma Sileoni. A oltre due anni dall’inizio della pandemia, il bilancio dei prestiti garantiti mostra cifre da capogiro perché se l’impatto del virus sull’economia italiana è stato “profondo ed esteso, altrettanto valide sono state le misure attivate dal governo”, evidenzia l’analisi. E così, se il calo dei ricavi e la caduta dei margini di redditività sono stati i segnali di una battuta di arresto del sistema produttivo italiano negli ultimi 18 mesi, la crescita delle misure di sostegno governative ha consentito alle imprese di resistere all’urto della pandemia e di governare l’incertezza. Alcune analisi mostrano che nel panorama europeo, l’Italia insieme alla Spagna - non solo si distingue per la percentuale di ricorso ai finanziamenti assistiti da garanzia pubblica (circa il 5% in essere del sistema bancario), ma vanta anche il primato del grado di copertura più elevato con un 85% medio rispetto alla Spagna e Germania (80%) e Francia (55%). Alcune misure di sostegno introdotte dal governo non sono più in vigore e altre scadranno tra pochi mesi e per questo motivo “è urgente intervenire, sia riattivando le moratorie sui vecchi prestiti sia estendendo le garanzie sui nuovi finanziamenti oltre il termine attuale del 30 giugno prossimo”, conclude Sileoni.
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