Libia, fiammate di guerra
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
RAID DEI CACCIA DEL GENERALE HAFTAR, TRIPOLI RISPONDE E ABBATTE UN MIG
di Rodolfo Calò

IL CAIRO. Mentre a Roma la crisi libica è al centro dei Med Dialogues, si registra una nuova fiammata sul terreno della battaglia per Tripoli: gli aerei da caccia del generale Khalifa Haftar hanno compiuto raid in diversi punti periferici della capitale libica e forze che difendono il premier Fayez al-Sarraj hanno risposto con artiglieria e contraerea, riuscendo anche ad abbattere un Mig. In prima serata le pagine Facebook dei due schieramenti non fornivano indicazione su morti e feriti di questo sussulto del conflitto relativamente a bassa intensità che, scatenato a inizio aprile dall’attacco a Tripoli delle forze di Haftar, si trascina con il coin- volgimento semi-segreto di potenze straniere. I “caccia” hanno eseguito “più di sei raid” contro “postazioni e basi” delle milizie avversarie lungo imprecisati “assi della capitale”, ha riferito l’”Esercito nazionale libico” di cui Haftar è comandante generale, senza fornire altre indicazioni.Dal canto suo “Vulcano di collera”, l’operazione delle formazioni filo-Sarraj, ha annunciato di aver condotto “un attacco” dopo l’impiego di artiglieria pesante e colpi di mortaio” tra l’altro contro “un deposito di munizioni” a Yarmouk, una zona circa 15 km a sud del lungomare di Tripoli. Le milizie a difesa dell’esecutivo di Sarraj, riconosciuto dall’Onu, hanno poi annunciato l’abbattimento di un “Mig-23” caduto a sud di Zawiya, circa 45 km a ovest della capitale. Per conferma hanno mostrato la foto di un pilota che scende col paraca- dute. Si tratterebbe del terzo aereo di Haftar abbattuto dall’inizio del conflitto, a fronte di almeno tre persi dai filo-Sarraj. Quello di ieri è il più recente episodio di quello che nelle in-
tenzioni di Haftar doveva essere un “conflitto lampo” ma, come fanno notare da tempo gli osservatori, si è trasformato in una guerra di logoramento, grazie anche al supporto di sponsor esterni che forniscono armamenti e tecnologie belliche sempre più sofisticate in lampante violazione dell’embargo sulle armi del 2011. Il conflitto tra Sarraj e Haftar è infatti una guerra “per procura” con il coinvolgimento di attori regionali (Emirati Arabi Uniti ed Egitto dietro il generale, opposti a Turchia e Qatar in appoggio al premier) ma anche con lo zampino sempre denunciato e sempre smentito di potenze straniere come Francia e Russia.
Quest’ultima attraverso mercenari che, almeno secondo indiscrezioni circolate sui media, sarebbero arrivati ad abbattere un drone-spia americano.
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