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Libia, rinnovato l’accordo

MIGRANTI/IL GOVERNO NON DISDETTA IL MEMORANDUM, MA “LO MIGLIORERÀ”



di Massimo Nesticò

ROMA. Il Governo lascerà passare la scadenza del 2 novembre senza disdettare il Memorandum of understanding siglato con la Libia nel 2017, ma intende lavorare “per modificarne in meglio i contenuti, con particolare attenzione ai centri e alle condizioni dei migranti”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, rispondendo ad un’interrogazione del Pd. In precedenza era stato il segretario dem Nicola Zingaretti a chiedere “un cambio radicale” del documento, sottoscritto il 2 febbraio 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni e dal presidente del Consiglio presidenziale libico, Fayez al Serraj. L’annullamento del memorandum era stato invece sollecitato dalle associazioni riunite nel Tavolo Asilo e da LeU.

Intanto, sono sbarcati a Pozzallo i 104 soccorsi dalla Ocean Viking, mentre restano ancora senza porto la Alan Kurdi (90 a bordo) e la Open Arms (15, tra cui un bimbo di un anno). Il MoU ha validità triennale ed è tacitamente rinnovato per un altro triennio, salvo notifica di una delle due parti tre mesi prima della scadenza. La ‘finestra’ per non rinnovarlo termina dunque il 2 novembre, ma non sarà utilizzata. “Un’eventuale denuncia dell’intesa - ha ammonito Di Maio - rappresenterebbe un vulnus politico in una fase già delicata di conflitto militare”. Il titolare della Farnesina ha sottolineato che il documento “può essere modificato e migliorato, ma è innegabile come abbia contribuito, attraverso il rafforzamento delle capacità operative delle autorità libiche, a ridurre in maniera rilevante gli arrivi dalla Libia e, conseguentemente, le morti in mare”. L’Italia, ha ricordato, “è, ad oggi, l’unico partner effet- tivo delle autorità libiche nella lotta al traffico di esseri umani. Una riduzione dell’assistenza italiana potrebbe tradursi in una sospensione delle attività della Guardia costiera libica, con conseguenti maggiori partenze, tragedie in mare e peggioramento delle condizioni dei migranti nei centri”. Il Governo è però intenzionato a chiedere al ‘contraente’ modifiche al Memorandum, attraverso la convocazione di una riunione della Commissione congiunta ita- lo-libica. L’obiettivo, ha indicato Di Maio, “è quello di favorire un ulteriore coinvolgimento di Onu, comunità internazionale e ong per migliorare l’assistenza ai migranti salvati in mare e le condizioni nei centri, alla luce del fatto che la Libia non ha firmato la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati”. Gli 8 articoli prevedono tra l’altro il finanziamento italiano a quelli che vengono definiti “centri di accoglienza” libici, ma in realtà sono strutture detentive in quanto in Libia l’immigrazione illegale è punita con la reclusione. L’Italia fornisce anche assistenza sanitaria, medicinali e formazione al personale libico che opera nei centri. Per Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu, “quegli accordi con la cosiddetta guardia costiera libica, con i torturatori, con quelle personaggi oscuri ed inquietanti non possono essere rinnovati nel silenzio e nell’indifferenza. Non si può proprio”. Il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova li ha paragonati ad “un accordo Stato-mafia, dove la mafia è quella dei trafficanti di uomini”. Cambiamenti vengono intanto annunciati dal Governo anche su un altro fronte caldo, i decreti sicurezza di Matteo Salvini. Già entro l’anno, ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. “C’è stato - ha ricordato - un intervento del capo dello Stato, quindi noi certamente faremo delle modifiche” in modo da “renderli conformi alle osservazioni arrivate dal Quirinale”. Lo stesso Salvini ha commentato la notizia, riportata dal quotidiano Die Welt, che la Germania rimanda in Italia 50 profughi al mese. “Una procedura - ha accusato - che con la Lega al Governo era stata ovviamente respinta. E’ l’ennesima fregatura del Governo degli sbarchi”.

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