“Lo sciopero nell’isola è giusto”
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
LAMPEDUSA/I TURISTI SULLA SPIAGGIA: “DA QUI I MIGRANTI SONO FANTASMI”
di Michele Suglia

LAMPEDUSA. Meno di 3 km, 7 minuti in macchina. Tanto separa gli oltre 1500 migranti che da giorni affollano l’hotspot di Lampedusa, dai turisti in spiaggia: di loro sanno, ma in pochi li hanno visti di persona qui. A poche ore dall’ultimo sbarco di 370 persone, arrivate la notte scorsa al porto vecchio scortate dalla Guardia costiera, l’altra Lampedusa affolla lettini, ombrelloni, anche le piattaforme sul mare. Per Federalberghi sono oltre 50.000 quelli arrivati da luglio. Almeno 70-80 ombrelloni quelli aperti per tutto il giorno a Cala Pisana, una delle poche al riparo dallo scirocco, a ovest, e lì l’ultima domenica di agosto scorre liscia e assolata. Non c’è preoccupazione tra chi è in vacanza, alcuni ne parlano tra un bagno e l’altro, parecchi sono curiosi di capire quello che non vedono. “Siamo arrivate ieri ma riguardo ai migranti sembra la terra dei fantasmi: tutti parlano di loro, ma poi dove sono?”. Se lo chiedono Nuvola, arrivata per la prima volta a Lampedusa da Genova, e la sua amica Silvia, da Venezia. “Quello che è successo stanotte l’abbiamo letto sui siti - continuano - mentre gli amici lontani ci chiedevano: ‘Ma allora che succede lì?”. Parole che si ripetono tra un lettino e l’altro. E così anche per Laura che di strada ne ha fatta poca. Viene da Palermo e ripete di non aver avuto nessun disagio da quando è sull’isola: “Sembra che non ci siano”, osserva e aggiunge che condivide la protesta del governatore siciliano Musumeci perché “non può essere solo un problema siciliano, bisogna avere l’attenzione dell’Italia e dell’Unione europea sui migranti”. È ancora impressionata Beatrice, prima volta a Lampedusa da Arezzo e testimone dello sbarco di ieri notte: “Stavo facendo una passeggiata al porto dopo cena - racconta - e per caso ho visto arrivare la motovedetta della Guardia costiera con centinaia di persone a bordo. Vedere quelle povere anime di notte è stata una scena tremenda. Non riesco a non pensarci da allora”. A colpirla anche la protesta di alcuni isolani, in parte bloccata dalle forze dell’ordine. “Non è giusto che non permettano a queste persone di protestare”, insiste. Dall’altra parte della rete, oltre la nave, c’erano anche Maurizio e suo zio di Siracusa. “I migranti visti quasi dal vivo sono un’altra cosa, non è come guardarli in televisione”, spiegano. Entrambi si soffermano su jeans, magliette cappellini che avevano le persone appena sbarcate e soprattutto sui cellulari. “Li avevano tutti e appena si sono accesi i flash dei fotografi, loro hanno abbassato i telefoni”. Invece Mirko, genovese di 40 anni, ha fatto il processo inverso: si è svegliato ieri mattina con i primi servizi in tv sui migranti di Calabria e di Lampedusa e dal dammuso a Cala Galera dove sta con i figli, è andato verso il porto vecchio. In cerca di tracce di indizi, rivela. “Volevo capire e volevo vedere ma a parte una nave che forse era quella dello sbarco e che stavano sistemando, non ho visto nulla. È impressionante come non ci sia nessuna traccia in giro, se non qualche cellulare dei carabinieri che ronza attorno all’isola”. E continua: “A Genova di migranti ne vedo tutti i giorni, ne abbiamo molti di più. Quando siamo partiti, avevamo un po’ paura rispetto a cosa avremmo trovato, ma la verità è che anche se ti sforzi, non vedi niente”.
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