“Lo Stato vi chiede scusa”
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
RIGOPIANO/INTERVENTO DEL MINISTRO BONAFEDE A TRE ANNI DALLA TRAGEDIA

di Lorenzo Doke e Luca Prosperi
PESCARA. Lo Stato chiede scusa. Il Ministro della giustizia Bonafede lo ha detto pubblicamente, ai parenti delle vittime della valanga di Rigopiano radunati nel Palazzetto dello sport di Penne per ricordare la tragedia avvenuta tre anni fa nella quale morirono 29 persone sepolte dalla slavina che travolse l’hotel dove si trovavano. Una fiaccolata con 29 fiammelle è scesa dall’altopiano fino alla parrocchia di ‘San Nicola’ a Farindola dove è stata celebrata una messa in memoria. Si stanno ancora accertando le responsabilità per il mancato sgombero dell’hotel ‘Rigopiano’ e la messa in sicurezza dei suoi ospiti. Il processo - nato dalla maxi-inchiesta - è in corso davanti al gup del Tribunale di Pescara, molte posizioni sono già state archiviate. “Lo Stato ha il dovere istituzionale e morale di dare giustizia, sapendo che quella verità non riporterà indietro figli, madri, padri e fratelli morti”, ha detto Bonafede. “Rappresento uno Stato che vuole dire ai familiari che è al loro fianco e lo sarà sempre, che chiederà scusa ogni volta che ci sarà da chiedere scusa per non aver avuto la capacità di difendere le vite e proteggere i loro familiari”, ha detto il Guardasigilli. Affinché queste non siano parole vuote, lo Stato deve “permettere che ci sia un sistema giustizia che funziona, in modo tale da scrivere leggi che siano lo specchio della giustizia affinché tragedie come quella di Rigopiano non si verifichino più e i familiari delle vittime, nei casi in cui purtroppo ci sono, possano sentire che lo Stato vuole dare una risposta di giustizia. Questo è il mio impegno”, ha ribadito ancora Bonafede. Negli uffici della Regione Abruzzo i tecnici sono al lavoro per garantire più alti standard di sicurezza. “Se non ci saranno imprevisti, entro la primavera ci sarà una prima bozza della relazione sulla Carta delle Valanghe”, ha spiegato un dirigente. Quella Carta valanghe la cui mancanza è tra i grandi quesiti del processo che riprenderà il prossimo 31 gennaio. Anche se gli esperti ritengono che non è del tutto sicuro che se la Carta di localizzazione del pericolo da valanga (Clpv) fosse stata in vigore il 18 gennaio 2017, giorno della tragedia di Rigopiano, il disastro si sarebbe potuto evitare. Perché, questa è la tesi di alcuni esperti e fonti vicine alla Regione, il documento di prevenzione non è una carta scientifica e quindi non è in grado di prevedere le calamità, ma un atto pianificatorio che rappresenta graficamente le località e i territori potenzialmente in pericolo, basandosi sul parametro di eventi accaduti precedentemente o di tracce sul terreno. Tanto che in larga maggioranza vengono citati bacini montani e sciistici dove si sono verificate valanghe. Rigopiano non sarebbe stata ricompresa in una eventuale Clpv e quindi non sarebbero scattate misure di prevenzione ‘ad hoc’. Il nuovo codice di Protezione civile, e soprattutto la recente istituzione dell’Agenzia regionale di Protezione civile (legge regionale n.46 del 20 dicembre 2019), sono le novità più importanti nella gestione delle emergenze in Abruzzo dopo Rigopiano.
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