M5s senza 2xmille, il nuovo statuto non passa l'esame
- direzione167
- 5 giu 2022
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Commissione respinge la richiesta. Gubitosa,stiamo interloquendo

ROMA, 02 GEN - Il M5s ha sdoganato il 2xmille ma non è abilitato ad accedere al finanziamento che per anni è stato tabù per il movimento. E nemmeno, per il momento, può ricevere i versamenti privati in regime agevolato. E' stata infatti respinta poco prima di Natale la richiesta pentastellata alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti, che ogni anno valuta l'ammissibilità delle forze politiche a questi due benefici. Risale al 23 dicembre la delibera della Commissione, che ha accolto 29 domande su 36, confermando l'elenco del Registro nazionale dei partiti politici riconosciuti, in cui da ultimo a fine novembre è entrato Italexit. Respinti Sud Tiroler Freiheit, Partito della rifondazione comunista sinistra europea e Alternativa popolare, perché privi di rappresentanza parlamentare o di un gruppo in una delle due Camere. Mentre per il M5s - come per Alternativa (gruppo di ex grillini), Coraggio Italia ed Europeisti - il problema è proprio la mancata iscrizione al Registro dei partiti: condizione essenziale e finora non concessa perché, secondo la Commissione, non ha i requisiti richiesti lo Statuto del M5s, varato dal nuovo leader Giuseppe Conte e votato dagli iscritti ad agosto. Una svolta completata con il referendum del 30 novembre che ha abbattuto il tabù sul 2xmille, per la delusione di chi vede tradito un altro principio del movimento, nato per non essere un partito. Ora per superare il nuovo ostacolo possono aiutare due emendamenti inseriti nella manovra al Senato nei giorni prima della delibera: una norma punta a snellire gli adempimenti della Commissione; la seconda dà 30 giorni di tempo, fino al termine di gennaio, ai partiti per rinnovare la domanda di accesso al beneficio delle erogazioni liberali e del 2xmille. Infatti Michele Gubitosa, uno dei vicepresidenti del M5s, ha parlato di "interlocuzioni" in corso con la Commissione: l'obiettivo, ha detto al Corriere della Sera, è "convincerli che la nostra struttura risponde a valori identitari e che, in linea con principi costituzionali ed europei, loro non possono sindacare l'organizzazione interna sostanziale ma solo la presenza formale dei requisiti di legge"
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