Marcia neonazista nella Capitale Lunedì 10 febbraio 2020
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
WASHINGTON/SUPREMATISTI MASCHERATI RIEVOCANO SCENE DA KU KLUX KLAN

WASHINGTON. Donald Trump corteggia i neri per la sua rielezione ma intanto i suprematisti bianchi di quella ‘altright’ che alimenta la sua base marciano indisturbati nella capitale, rievocando per certi versi scene da Ku Klux Klan. E’ una delle tante contradditorie ambiguità del tycoon, e forse uno dei segreti del suo successo. Ad agitare nuovamente lo spettro dell’estremismo di destra sono stati oltre 150 membri del gruppo Patriot Front, che hanno sfilato compatti lungo il Mall dal Lincoln Memorial a Capitol Hill, scortati da decine di poliziotti. I militanti sembravano un plotone: tutti vestiti uguali, con pantaloni cachi e giac- che blu, armati di bandiere col loro simbolo (un fascio iscritto nelle 13 stelle delle prime colonie) e mascherati di bianco, il colore del suprematismo che condividono con gli incappucciati del Ku Klux Klan. ‘Reclaim America’, ‘Life, Liberty e Victory’, alcuni dei loro slogan. La loro inquietante marcia è stata documentata online da alcuni contestatori. Non è chiaro se avevano ottenuto un permesso per l’iniziativa, ma l’iconico viale monumentale di 3 km è gelosamente amministrato dal National Park Service. Secondo il Southern Poverty Law Center, il Patriot Front, guidato dal 21enne Thomas Ryan Rousseau, è un gruppo suprematista bianco, neonazista e neofascista basato in Texas che “sposa razzismo, antisemitismo e intolleranza sotto mentite spoglie per tutelare ‘le origini etniche e culturali’ degli antenati europei”. L’organizzazione è molto attiva e ha già affisso striscioni in 13 Stati, compresa New York con un blitz il mese scorso. E’ nata da una scissione di Vanguard America, dopo il raduno suprematista ‘Unite the right’ nel 2017 a Charlottesville, Virginia, dove un neonazista lanciò la sua auto sui contromanifestanti uccidendo una giovane donna. All’epoca Donald Trump suscitò un vespaio di polemiche per aver detto che la colpa ricadeva su entrambe le parti, poi fu costretto ad una poco convincente marcia indietro. Del resto è stato il tycoon a sdoganare nel mondo conservatore l’arcipelago dei gruppi di destra, cavalcando l’idea della vecchia America bianca (come il suo governo), chiusa agli immigrati e fondata sui valori più tradizionali. Ma il presidente ha saputo sempre strizzare l’occhio anche ai neri, che in gran parte votano dem: con qualche isolata presenza nel governo, come il ministro Ben Carson, o flirtando con rap come Kanye West e A$ap Rocky. Ora però ha bisogno di aumentare il loro consenso, dopo lo scarso 8% del 2016. Trump ha lanciato ‘Black Voices for Trump’, con performer come Diamond e Silk. E ha dedicato il suo spot milionario del Super Bowl anche alla riforma della giustizia penale. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione ha elogiato alcuni esponenti della comunità afroamericana, come uno dei piloti che combatterono nella Seconda guerra mondiale, e ha sorpreso una mamma single con una bimba di 10 anni concedendole una borsa di studio. “Con il boom dell’economia, i neri hanno i migliori numeri di sempre”, ha sottolineato. Ma questo non gli ha impedito nella stessa serata di decorare con la medaglia della libertà, la più alta onorificenza civile Usa, il controverso conduttore radiofonico conservatore Rush Limbaugh, accusato di razzismo e tra i promotori del Birther movement che negava la nascita americana di Barack Obama. Ambiguità che rimangono irrisolte.
















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