Mario è pronto a morire
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
ANCONA/PARERE FAVOREVOLE DEL CERM SUL SUICIDIO ASSISTITO, MA DIFFIDATA LA ASL SUL FARMACO LETALE

di Alessandra Massi
ANCONA. Non può più attendere Mario, il 43enne da 10 anni tetraplegico che ha chiesto di poter accedere al suicidio medicalmente assistito e che ha avuto, tramite vie legali, un parere sostanzialmente favorevole dal Cerm (Comitato Etico Regione Marche): ha diffidato nuovamente l’Asur Marche (Azienda Sanitaria Unica regionale), perché inadempiente in merito alle dovute verifiche sul farmaco letale. Lo comunica l’Associazione Luca Coscioni, che assiste Mario (il nome è di fantasia) nell’iter giudiziario. Mario aveva già citato l’Asl, chiedendo la verifica dei requisiti prevista dalla sentenza Cappato/dj Fabo della Corte Costituzionale. Ora chiede all’azienda sanitaria di “‘effettuare come previsto dal Tribunale di Ancona in tempi brevissimi le dovute verifiche sulla modalità, la metodica e il farmaco idonei a garantire la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile”, così come ordinato alla Asur stessa dal Tribunale di Ancona lo scorso giugno” e come previsto dalla sentenza della Consulta. Salvo sorprese dell’ultima ora, però, al momento si profila una nuova battaglia legale. Nei giorni scorsi il Comitato etico si era espresso: confermando la sussistenza dei 4 requisiti richiesti, secondo l’associazione Coscioni, ma lasciando in sospeso la parte relativa al farmaco, mentre per la Regione Marche, di cui l’Asur è un ente, c’erano vari punti dubbi: non solo il farmaco, ma anche, secondo l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini le terapie palliative, che Mario aveva giudicato soddisfacenti, senza bisogno di integrazioni. Lo stesso Saltamartini aveva annunciato un ulteriore passaggio al Tribunale di Ancona, che avrebbe dovuto decidere sul farmaco, sul suo dosaggio, luogo e modalità di somministrazione. “Una trappola burocratica” il primo commento dell’avv. Filomena Gallo, che fa parte del collegio legale del 43enne tetraplegico e segretaria dell’associazione Coscioni: “A Mario è stato riconosciuto un diritto ma non può esercitarlo”. Alla diffida è stata allegata una relazione del consulente medico del collegio legale, Mario Riccio, anestesista di Piergiorgio Welby, relazione “completa di indicazioni sull’idoneità del farmaco indicato e la procedura. Si configurano ormai precise responsabilità per l’omissione dell’intera esecuzione dell’ordine del Tribunale di Ancona - attacca l’ass. Coscioni -. Omissione che determina un danno grave e irreparabile al signor Mario la cui situazione di salute e sofferenza in 15 mesi è aumentata”. No comment dalla Regione, che intanto ha chiesto un parere all’avvocatura regionale per capre come muoversi. Scatenando la reazione dell’avv. Gallo, che alza il tiro e parla ora di “ostruzionismo burocratico: con la richiesta ulteriore di un parere all’avvocatura della Regione, la questione viene rimpallata a nuovi organi”. Ma sulla questione, ricorda, il Tribunale di Ancona “si era già chiaramente espresso, ordinando all’Asur Marche di accertare se le modalità, la metodica ed il farmaco fossero idonei a garantire a Mario la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile”
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