Mattarella commemora Biagi
- direzione167
- 5 giu 2022
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IL CAPO DELLO STATO RICORDA L’ASSASSINIO DEL GIUSLAVORISTA EMILIANO: IL TERRORISMO SCONFITTO DALL’UNITÀ DEL PAESE

BOLOGNA. Sono passati 19 anni da quella sera in cui le Nuove Brigate Rosse fecero fuoco su Marco Biagi, docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia e giuslavorista, mente creativa del 'Libro Bianco’ sulla riforma del Lavoro. Rientrava a casa, come ogni sera, percorrendo in bicicletta le strade che separano la stazione di Bologna dalla sua casa in via Valdonica, quando un commando lo bloccò di fronte al portone dell'abitazione, giustiziandolo. A 19 anni di distanza, da quel 19 marzo del 2002, il Paese non dimentica il professore emiliano e torna a stringersi alla sua famiglia. A partire dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "L'agguato e la morte per mano assassina di Marco Biagi - ha scandito - hanno impresso nella memoria della nostra comunità nazionale un segno profondo che non può essere cancellato". In questo giorno, ha osservato, "il primo pensiero di intensa solidarietà è rivolto alla signora Marina Orlandi Biagi e ai familiari, costretti a sopportare negli anni il dolore più straziante, e tuttavia capaci, insieme ad amici e colleghi del professor Biagi, di proseguire la ricerca da lui iniziata". Proprio questo ha argomentato Mattarella, era ciò che "i terroristi volevano colpire: lo studio delle trasformazioni economiche e sociali, la libera discussione orientata alle migliori scelte politiche e legislative, l'incessante ricerca di punti di equilibrio tra i molteplici interessi al fine di garantire sviluppo e coesione sociale". E nel rammentare, insieme a Biagi anche le vite spezzate di "Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D'Antona", il Capo della Stato ha chiarito che "il terrorismo è stato sconfitto dall'unità del popolo italiano e dalla consapevolezza che la libertà e i principi sanciti dalla Costituzione restano la cornice indispensabile di ogni progresso civile e sociale. Il fanatismo e l'odio portano sempre all'imbarbarimento e al declino". Per la morte di Marco Biagi sono stati condannati all'ergastolo i brigatisti Diana Blefari Melazzi - che si è suicidata in carcere a Rebibbia nel 2009 - Roberto Morandi, Nadia Desdemona Lioce e Marco Mezzasalma mentre un altro componente del gruppo brigatista, Simone Boccaccini è stato condannato in via 5 Oggi america dall’Italia Sabato 20 marzo 2021 definitiva a 21 anni di reclusione. Nella sua città, Biagi è stato ricordato dal sindaco Virginio Merola, che ha adagiato un cesto di fiori, nella piazzetta intitolata al giuslavorista insieme al figlio, Lorenzo Biagi, alla presenza della moglie Marina Orlandi Biagi e della prorettrice dell'università di Bologna Elena Trombin. "Anche quest'anno - ha detto Merola - non ho voluto far mancare l'omaggio del Comune di Bologna e dei cittadini a un concittadino barbaramente assassinato. Un dovere civile ricordare quello che è accaduto e tramandare la memoria del lavoro di Marco Biagi. Bologna non lo dimenticherà mai". Tanti esponenti della politica hanno dedicato un pensiero al professore assassinato. "Nel giorno dell'anniversario della morte di Marco Biagi, credo che tutte le nostre scuole debbano ricordare coloro che sono morti per la difesa del nostro Paese", ha suggerito il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi mentre per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, "la sua scomparsa rimane una ferita indelebile per la nostra democrazia". Su Twitter, il neosegretario del Pd, Enrico Letta, ha ricordato Biagi scrivendo che "la follia brigatista spense la sua voce. Non le sue idee" e su Facebook, il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che la sua figura "rappresenta un esempio senza tempo di indipendenza e impegno civile". In una lettera pubblicata da 'Repubblica’, il figlio di Biagi, Lorenzo ha ricordato il padre - cui ha dedicato anche una pagina Facebook intitolata 'Mio babbo Marco Biagi’ - definendo la sua morte "assurda, inaccettabile e che si poteva e doveva evitare. Sarebbe bastata la scorta e saresti ancora qui con me, la mamma e Francesco".
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