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Mattarella visita Nisida

IL CAPO DELLO STATO: “LA DETENZIONE NON DIVENTI UNA MACCHIA”



NAPOLI. “La detenzione non può essere una macchia indelebile, è come una cicatrice che nel corso del tempo scompare”. E’ il messaggio che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, affida agli operatori ed a minori e donne dell’ area penale nel corso della sua visita a Napoli e Pozzuoli. Prima all’istituto di detenzione minorile di Nisida e poi alla Cattedrale del Rione Terra di Pozzuoli, dove la Fondazione “Regina Pacis”, della Diocesi, porta avanti un progetto - ‘Puteoli Sacra’ - di recupero e reinserimento sociale per ragazzi e donne. Un messaggio che viene condiviso dal ministro della giustizia Marta Cartabia: “Credo fermamente che un dovere imperativo delle istituzioni penitenziarie sia infondere e diffondere speranza a tutte le persone detenute”. Ministro che poi rivolge un ringraziamento al Capo dello Stato “per la sensibilità e l’attenzione, che - ancora una volta - dimostra verso il mondo del carcere” e per la scelta “di incontrare personalmente qui i più giovani, che sono il futuro del nostro Paese”. “Ci sono tante persone che sono state detenute e hanno poi avuto esperienze di successo nella vita - dice il presidente della Repubblica ai giovani di Nisida -non succede solo nei film. L’importante è che la detenzione non si traduca in una macchia indelebile ma sia un a cicatrice che scompare. C’è il dovere di agevolare il reinserimento nella vita sociale” è’ la risposta a chi gli chiede: “come mai i detenuti debbano essere etichettati a vita anche se hanno partecipato al programma di riabilitazione?”. “In qualunque comunità in cui si vive insieme vi sono delle regole - dice il Capo dello Stato - nel nostro Paese queste regole sono le leggi, un tempo decise dal sovrano, adesso le decide il Parlamento eletto dai cittadini, quindi sono regole scelte dalla maggioranza dei cittadini. La violazione di queste regole - aggiunge Mattarella - crea una rottura di questo patto sociale e la collettività reagisce in maniera graduata a seconda della gravità della violazione delle regole. E’ vero che la detenzione rimane come traccia nel casellario giudiziario, non nei do- cumenti, ma questo non va sopravvalutato e non può diventare in nessun caso una sorta di marchio che rimane e preclude o fa emarginare”. Insomma, per il Presidente “Quella frattura e violazione di regole è come quando ci si ferisce e l’organismo reagisce per chiudere quella ferita. Quasi tutti abbiamo delle cicatrici, io ne ho una qui”, dice Mattarella indicandosi la fronte. “Avevo tre anni e sono caduto dalle scale e ricordo il dolore ma non ci faccio più caso, anche perché la cicatrice va scomparendo. Ecco, la detenzione è una cicatrice che nel corso del tempo scompare e non va considerata più, perché non è la caratteristica della persona: perciò è importante che non sia un nessun caso motivo di emarginazione, accantonamento, preclusione”. Presenza e parole che trovano il plauso di diversi esponenti politici, da Enrico Costa a Catello Maresca, fino al sindaco di Napoli Luigi De Maistris: Stamattina - dice il primo cittadino del capoluogo campano - ho accolto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella presso il carcere minorile di Nisida. Prezioso è il lavoro che la comunità deve fare per offrire alternative al crimine ai nostri figli. E chi anche sbaglia deve essere recuperato, soprattutto se ragazza o ragazzo. La funzione della pena è anche quella di rieducare. Educazione e lavoro sono i principali anticorpi. A Pozzuoli, a Mattarella viene anche consegnata, una lettera-appello dei lavoratori della “Whirlpool” di Napoli, in lotta da un anno contro la chiusura dello stabilimento, prevista definitivamente tra una settimana. che chiedono che lo Stato non li abbandoni e di un gruppo di disoccupati organizzati, che hanno effettuato un presidio.

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