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Mediazione in stallo.Zelensky,ci fate uccidere lentamente

Macron sente Putin: 'Non cede su niente'. Draghi: 'Vi aiuteremo'



ROMA, 06 MAR - Nessuna grande novità sul terreno e ancora meno nel lavoro diplomatico internazionale. La mediazione del premier israeliano Naftali Bennett sembra non decollare, anche se oggi ha risentito telefonicamente Vladimir Putin e ha poi consultato Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La sensazione è che l'obiettivo minimo del premier israeliano sia quello di arrivare a una tregua che possa "favorire il dialogo", come ha lui stesso detto. Nulla trapela sul contenuto delle conversazioni ma a descrivere l'atmosfera che si respira intorno a questi tentativi è stato proprio il presidente francese, che ha parlato quasi due ore con Putin: lo zar è sempre "molto determinato" nel voler conseguire i suoi obiettivi. Tanto da confermare a Macron che andrà avanti in ogni modo per raggiungerli: "Se non con il negoziato, lo farà con le operazioni militari". In sostanza, ha riferito l'Eliseo, la Russia chiede sempre la "denazificazione" dell'Ucraina, la sua "neutralizzazione", il riconoscimento dell'annessione della Crimea e dell'indipendenza del Donbass. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiamato Putin e anche lui ha fatto sapere di avergli chiesto di "garantire il cessate il fuoco e aprire corridoi umanitari". Ma il Cremlino tace e bombarda in un crescendo di accuse ai "neo-nazisti" ucraini, che certo non favoriscono il dialogo. Che la situazione sia sempre più difficile lo conferma l'accorato appello di Volodymyr Zelensky, che dal bunker nel quale dirige le operazioni questa volta ha usato toni diversi nei confronti dei partner occidentali: "Vi chiediamo ogni giorno una no-fly zone, se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre". Si tratta di un richiamo forte all'Occidente i cui protagonisti sembrano però impotenti rispetto all'escalation russa. Oggi infatti la Polonia ha ufficialmente chiuso la porta alla possibilità di fornire alcuni dei loro aerei all'Ucraina, idea sponsorizzata da Washington, mentre da Mosca il ministero della Difesa minacciava ancora i Paesi confinanti. Qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini "sarà coinvolto nel conflitto". "Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l'uso futuro di questi aerei contro la forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato", ha tuonato la Russia. In questo clima domani dovrebbe partire il terzo round negoziale tra Russia e Ucraina ma al momento non si ha alcuna certezza che possa realizzarsi visto che fioccano le accuse incrociate su chi non permette l'apertura di corridoi umanitari. Il premier Mario Draghi, poco prima di volare a Bruxelles per parlare con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen delle nuove misure italiane per differenziare l'approvvigionamento energetico e della situazione dei rifugiati, ha chiamato Zelensky per garantirgli che l'Italia fornirà "sostegno e assistenza all'Ucraina e alla sua popolazione". Il presidente del Consiglio ha inoltre ribadito come l'Italia sostenga "l'appartenenza dell'Ucraina alla famiglia europea".

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