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Mediazione per la riforma

GIUSTIZIA/L’INCONTRO DI IERI TRA DRAGHI E CONTE PER LIMARLA SENZA STRAVOLGERLA



di Michele Esposito

ROMA. Un primo passo per sbloccare l’impasse, con la strada che tuttavia resta ancora in salita. L’atteso faccia a faccia tra il premier Mario Draghi e il leader in pectore del M5S Giuseppe Conte segna un punto a favore della riforma Cartabia e, in generale, chiarisce la posizione del Movimento rispetto ad un governo che ad una parte dei pentastellati piace sempre meno. “Daremo il nostro contributo per velocizzare i processi ma saremo molto vigili nello scongiurare soglie di impunita”, assicura l’ex premier dopo l’incontro, durato circa 45 minuti. E Draghi non chiude alle modifiche, fermi restando due elementi cruciali per Palazzo Chigi: i tempi devono essere rapidi e l’impianto della riforma, sul quale in Consiglio dei ministri c’è stato un sostanziale accordo, non può essere stravolto. E’ la ministra della Giustizia Marta Cartabia a chiarire ai cronisti quello che il premier ha spiegato a Conte. “”Il testo approvato non coincide con la proposta originaria. Più che di ‘riforma Cartabia’ potremmo parlare di ‘mediazione Cartabia’ ed è frutto di una responsabilità condivisa. Ed è una riforma approvata nel governo”, spiega la Guardasigilli. Del resto, ricorda più di una fonte nell’esecutivo, Draghi non si è mai detto contrario a miglioramenti tecnici da inserire nel corso del dibattito parlamentare. E le parole di Conte vanno in quella direzione. “Il nostro è un approccio costruttivo, io mi rimetto a soluzioni che non devono essere ideologicamente convincenti ma tecnicamente sostenibili”, spiega il leader di fatto del Movimento sottolineando che, con Draghi, non si è parlato di fiducia ma di “eventuali interventi al testo”. Tradotto: Conte non ha messo in dubbio l’appoggio del Movimento e il premier, da parte sua, non ha chiuso le porte rischiando così di spaccare i Cinque Stelle e l’intera maggioranza. E questo anche perché nella messa in campo di “una, due modifiche puntuali” al testo, Conte può contare sulla sponda di Enrico Letta. Ed è un dato del quale Draghi non può non tenere conto. La mediazione messa in campo nei Dem va verso una maggiore flessibilità nel rapporto tra reati e tempi dei processi. I tempi previsti adesso sono due anni per l’Appello e uno per la Cassazione, con una serie di eccezioni. “Stiamo pensando di allargare un po’ le maglie”, spiega dalle pagine del Corriere della Sera il capogruppo Pd in commissione Giustizia Alfredo Bazoli. E le strade, al momento, sembrano due. O allargare la lista delle eccezioni o eliminarla, dando quindi maggiore discrezionalità al giudice sui tempi dei processi. E, magari, cambiare anche il giorno dal quale calcolare i tempi della prescrizione. Baste-rà ai parlamentari M5S? Non è detto. Ma osare di più significa scatenare le fazioni opposte al Movimento: Iv, Lega e FI. “Il testo non si tocca di una virgola”, avverte Matteo Salvini. “Mettiamo da parte le bandierine, dobbiamo parlare agli italiani”, è la replica “soft” di Conte. Anche perché si rischia di andare fuori dai binari. Come quando i “contras” alla riforma sottolineano come a rischio sia il processo sul Ponte Morandi. Ed è un equivoco, visto che il ddl si applica ai reati commessi dopo il primo gennaio del 2020. Sui tempi molto dipenderà dal numero degli emendamenti e dal dibattito. Se davvero sarà trovata una mediazione l’iter, in commissione, potrebbe presto sbloccarsi. Al momento il ddl sul processo penale resta calendarizzato venerdì per l’Aula della Camera. Ma uno slittamento di una settimana sarebbe nell’ordine delle cose, anche perché, oltre al dl Recovery, la Camera dovrà esaminare altri due provvedimenti prima della riforma Cartabia. E la presenza del pentastellato Mario Perantoni alla presidenza della commissione Giustizia non aiuta chi, in Parlamento, vorrebbe il testo approvato subito e senza modifiche.Con lo scavallamento ad agosto il ddl potrebbe subire il contingentamento dei tempi. E neppure fiducia può essere esclusa, soprattutto se il ddl verrà limato con un poche modifiche che vanno nella direzione del Movimento.

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