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Meloni non molla la presa

CENTRODESTRA/LA LEADER DI FRATELLI D’ITALIA CERCA UN CHIARIMENTO CON SALVINI


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di Michele Suglia

ROMA. Cercasi chiarimento nel centrodestra. Non molla la presa Giorgia Meloni che rilancia lo scontro con Matteo Salvini. Non per superare le "incomprensioni", precisa, ma per chiedere scelte politiche condivise con gli alleati. "Voglio bene a tutti e ho sempre lavorato per l'unità, ma credo che un chiarimento politico serva", insiste la leader di Fratelli d'Italia, a due settimane dalla rielezione di Sergio Mattarella e nell'assenza di contatti fra i leader, da allora. Il segretario della Lega però snobba la richiesta. "Non perdo nemmeno 30 secondi in polemiche" taglia corto. E a rimarcare la distanza tra chi è al governo e chi fuori, aggiunge: "I chiarimenti li faccio con chi deve mettere dei soldi nelle tasche degli italiani" alludendo al caro bollette su cui da giorni martella il premier Draghi rivela. Forza Italia nel frattempo tace e aspetta. Sottotraccia però si avverte il fastidio per scelte - le elezioni del Quirinale e l'adesione al governo - ancora contestate con toni di accusa e sfida. Il clima - trapela da fonti azzurre - non aiuta alla pacificazione. Il ping pong nel centrodestra dunque continua. Ma i lanci sono più ravvicinati, con il rischio di farsi male in vista delle prossime elezioni amministrative - Sicilia in testa, dove si teme un'alleanza tra FI e Pd - e tra un anno le politiche. Oggi intanto il primo tiro è toccato a Meloni, ai microfoni di Rtl. Gli stessi a cui Salvini aveva parlato 24 ore prima - lui negli studi milanesi, prima uscita pubblica post Covid - e che simbolicamente le aveva lasciato "un dolce biglietto", su invito dei conduttori come gesto di pace. L'alleata risponde con un messaggio che ha tutt'altro tono. Quasi ultimativo. "Per me è un problema nelle questioni di merito", convinta che "se si hanno alleati che in molte occasioni prediligono l'alleanza con Pd e M5s, è un problema di posizionamento politico". Per la leader di destra, insomma, urge schierarsi e farlo nel campo della coalizione. Così - forte anche dell'ultimo sondaggio di Swg che indica FdI primo partito, al 21,4%, superando Lega e Pd - Meloni affonda il colpo. Elenca i 'dietrofront' fatti dal Carroccio, al governo, su obbligo vaccinale, green pass, immigrazione illegale. Fino all'ultimo test: "Erano d'accordo con noi sui balneari e votano per mettere all'asta ed espropriare 30.000 aziende". Non è da meno il presidente dei deputati di FdI, Francesco Lollobrigida: "Stento a ricordare un solo provvedimento del governo che possa essere attribuito alla linea del centrodestra". L'ex ministro dell'Interno non ci sta e sull'immigrazione avverte: "Chiunque casca male". E ricorda: "Il 4 marzo ho l'ennesima udienza del mio processo perché ho difeso i confini nazionali. Credo di essere il primo ministro a processo non per corruzione e ruberie ma per aver bloccato gli sbarchi". Salvini ignora pure l'auspicio del ministro Dem, Dario Franceschini che in un'intervista a Repubblica osserva: "Avremmo tutti da guadagnare da un avvicinamento della Lega al centro" e "vedo che anche Salvini si sta positivamente interrogando sul futuro posizionamento della Lega". Il 'capitano’ non batte ciglio e resta fermo sulla battaglia dei referendum sulla giustizia, di cui attende l'ok della Consulta contando che "arrivino dei sì". Al centro regna il silenzio. A parte Maurizio Gasparri di FI che con tono ironico chiede: "Quali ordini sono arrivati oggi?" E ribatte: "Qui nessuno ha il monopolio degli errori e delle verità né il potere inquisitorio sui chiarimenti. Sicuramente un confronto serve al centrodestra ma bisogna avere un animo sgombro e sereno". Ci sperano anche i centristi di Coraggio Italia che si limitano a dire: "Noi facciamo la nostra parte, convinti che il centrodestra è il nostro recinto"

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