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Monito Ue a Johnson: sarà dura

BREXIT/LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA «AVVERTE» IL PM BRITANNICO SULLE DIFFICOLTÀ DEI NEGOZIATI



di Alessandro Logroscino

LONDRA. La Brexit è ormai dietro l'angolo, ma il difficile deve ancora venire. A lanciare il monito è Ursula von der Leyen, sbarcata ieri a Londra nella sua prima visita oltre Manica da presidente della Commissione Europea per discutere con un Boris Johnson ringalluzzito dal trionfo elettorale Tory del mese scorso dell'avvio imminente dei negoziati sulle relazioni future - da quelle commerciali al dossier dei diritti dei cittadini Ue, italiani inclusi - in programma dopo la formalizzazione dell'addio prevista a questo punto senza intoppi allo scoccare delle 23,59 del 31 gennaio. Il vertice, fra sorrisi di simpatia e di circostanza, si è svolto sotto la cappa della crisi nel Golfo fra Iran e Usa, con l'eco della rappresaglia missilistica di Teheran all'uccisione del generale Qassem Soleimani. Una crisi che ha evidenziato come, almeno sul piano della sicurezza, l'isola e il continente restino alleati indi- spensabili l'una dell'altro nell'ambito di un legame che sia von der Leyen sia Johnson hanno richiamato. I nodi sono destinati semmai a venire al pettine su fronte dei rapporti economici, del trattato di libero scambio che il premier britannico si propone di raggiungere con i 27 una volta fuori dal club, nonché di quelli legali, di giurisdizione o di quelli burocratici connessi con i confini, l'immigrazione, il movimento delle persone e la loro tutela. Questioni complesse da sciogliere, dopo quasi 47 anni di appartenenza del Regno alla famiglia europea, e per affrontare le quali la neopresidente tedesca della Commissione prevede negoziati "duri". Il messaggio l'ha recapitato, ancor prima d'incontrare BoJo a Downing Street, in una discorso tenuto alla London School of Economics. Discorso in cui ha insistito sui legami "in- distruttibili" con Londra, sui valori comuni e si è mostrata ragionevolmente convinta che un'intesa sia possibile sul post-divorzio. Ma ha pure avvertito che, "senza un'estensione del periodo di transizione oltre il 2020", i tempi si preannunciano inevitabilmente "molto stretti"; e "non ci si potrà aspettare accordi su ogni singolo aspetto". "Dovremo avere delle priorità", ha proseguito, indicando per ora l'obiettivo di una sorta di road map commerciale sulle linee di "una nuova partnership senza precedenti: con zero dazi, zero quote e zero dumping". "So che gli ultimi anni sono stati difficili e divisivi", ha affermato fra l'altro von der Leyen, ma "spero che ora si possa voltare pagina insieme attraverso un atteggiamento costruttivo e ambizioso" sulle relazioni future. "Davanti a noi vi sono colloqui duri e ciascuna parte dovrà dare il meglio di sé", ha concluso, assicurando del resto - all'insegna del motto "vecchi ami- ci, nuovo inizio" - che "il Regno Unito avrà sempre nell'Unione Europea un partner fidato".Parole che Johnson ha riecheggiato da par suo - fra toni cordiali e ottimismo a go-go - ma senza il minimo passo indietro sulla scadenza tassativa del 31 dicembre del 2020 per la fase di transizione. Scadenza fissata addirittura nella legge di ratifica della Brexit che, dopo il primo voto prenatalizio, ha superato agevolmente ieri altri scogli nel- la nuova Camera dei Comuni, in vista dell'ok finale dei deputati.

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