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Monitorati oltre 30mila siti

WEB/CACCIA ALLA RADICALIZZAZIONE DI MATRICE JIHADISTA E AL CYBERCRIME



ROMA. Una miriade di account , attivati quotidianamente da singoli mujahid o in forma automatizzata per continuare a fare proseliti e comunicare, aggirando le limitazioni messe in atto dagli amministratori delle piattaforma social. Così si sta riorganizzando l’apparato di propaganda del Daesh. Un fenomeno diventato evidente negli ultimi mesi , come segnala la Polizia postale, impegnata in prima linea nel contrasto al terrorismo internazionale di matrice jihadista e in particolare ai fenomeni di radicalizzazione sul web. Nel 2019 sono stati 32.170 gli spazi web monitorati a questo scopo e centinaia i contenuti rimossi. Un fronte che richiede un impegno continuo anche perchè sta emergendo con sempre più frequenza che i lupi solitari agiscono con esplosivi e armi realizzati seguendo le istruzioni pubblicate online. Dal bilancio delle attività della polizia postale nell’anno appena trascorso emergono altri fenomeni di allarme, sempre legati all’uso di Internet. A cominciare dei reati di sfruttamento sessuale dei minori, che sono in crescita. Nel 2019 per questo reato sono state indagate 650 persone, mentre altre 180 sono finite sotto inchiesta per adescamento di minori online. Sette invece i casi, in “crescente diffusione”, di stickers, che consiste nella condivisione, sulle piattaforme di messaggistica istantanea, di adesivi digitali gratuiti, a contenuto offensivo e violento. Si fa sempre più elevata anche la minaccia informatica ,in particolare contro le infrastrutture critiche di interesse nazionale: nel 2019 sono aumentati di oltre il 30% gli alert (82484)a loro indirizzati. E dei 1181 attacchi cyber significativi registrati in tutto il 2019 243 hanno riguardato loro o siti istituzionali ,mentre 938 aziende sensibili e pubbliche amministrazioni. Aumenta anche il financial cybercrime:ben 4930 i casi registrati a livello nazionale. E cresce in particolare il fenomeno del phishing, finalizzato alla captazione illecita di codici personali, attraverso il ricorso a malware e siti-clone. Nonostante la difficoltà operativa di bloccare le somme frutto di frode informatica, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei, la polizia postale ha potuto recuperare ben 13 milioni e mezzo di euro.

Il rapporto della polizia postale segnala il “costante aumento” di altri reati: come la diffamazioni on line soprattutto di persone che ricoprono incarichi istituzionali o sono comunque conosciuti al grande pubblico(2426 i casi trattati nel 2019 e 738 le persone indagate), incitamento all’odio (oltre 2000 gli spazi virtuali monitorati nel 2019 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra), propaganda legata all’estremismo razzista e xenofobo e revenge porn (24 indagati perchè si denuncia ancora poco). In continua crescita anche le truffe on line: nel 2019 sono state ricevute e trattate oltre 196 mila segnalazioni che hanno consentito di indagare 3620 persone. In aumento le cosiddette truffe romantiche, che vedono come vittime soprattutto donne tra i 40 e i 60 anni, circuite da uomini conosciuti in rete che fingendo un interesse sentimentale sono in realtà truffatori senza scrupoli.

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