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Muiono cinque giovanissimi

VOLEVANO VEDERE LE STELLE CADENTI MA IL FUORISTRADA FINISCE IN UNA SCARPATA



di Alessandro Galavotti

TORINO. Sono morti la notte delle stelle cadenti, sotto il cielo blu d’agosto che ieri sera ha pianto lacrime di pioggia per cinque giovani, i loro sogni di mezza estate spezzati per sempre da un drammatico incidente. L’auto su cui viaggiavano, dopo la serata trascorsa a immaginare il futuro davanti alle costellazioni, si è ribaltata su una stradina sterrata dell’alta Valle Grana, nel Cuneese, dove come ogni anno trascorrevano le vacanze. Un paradiso naturale trasformatosi nell’inferno in terra per una comunità intera, che si interroga sul perché di questa tragedia, mentre i carabinieri indagano per stabilire l’esatta dinamica del terribile schianto. Con una sola certezza, al momento: su quel mezzo, un fuoristrada Land Rover Defender 130, potevano viaggiare al massimo sei persone ma a bordo, quando si è rovesciato precipitando lungo il pendio per diversi metri, erano in nove. Gli investigatori non escludono nessuna ipotesi, neppure quella che un animale abbia attraversato all’improvviso, anche se la più probabile sembra essere una banale distrazione. Per Marco Appendino, il conducente di 24 anni, non c’è stato nulla da fare. Inutili i soccorsi anche per Nicolò ed Elia Martino, fratelli di 17 e 14 anni, Camilla Bessone, 16 anni, e Samuele Gribaudo, 14 anni anche lui. I loro corpi erano sparsi sui prati di Castelmagno dove fino al giorno prima avevano corso a perdifiato centinaia di volte. Feriti altri quattro amici, giovanissimi anche loro: il più grave, un 24enne, è ricoverato in prognosi riservata al Cto di Torino con un trauma vertebrale; l’altro, un 17enne, è stato trasportato in codice rosso al Santa Croce di Cuneo. Entrambi non sarebbero in pericolo di vita. L’allarme, in quest’angolo della provincia di Cuneo ai piedi dei monti Crosetta e Tibert, è scattato attorno alla mezzanotte. “Venite, fate presto, correte”, le poche parole pronunciate al telefono probabilmente da una seconda auto che come il fuoristrada stava tornando verso borgata Chiotti. I soccorritori, al loro arrivo, si sono trovati di fronte ad uno “scenario tragico”, spiega Vincenzo Bennardo, comandante provinciale dei vigili del fuoco intervenuti con cinque mezzi e una dozzina di uomini. Con loro anche carabinieri, soccorso alpino e tecnici della guardia di finanza. “Avevamo notizie frammentarie e confuse, sapevamo soltanto di un’auto fuori strada - spiega ancora Bennardo - Quando le nostre squadre sono arrivate sul posto, purtroppo, per cinque di loro non c’era più nulla da fare...”. I corpi, ricomposti, sono stati portati nella camera mortuaria del cimitero di Cuneo, dove la processione di amici e parenti in lacrime è proseguita per tutto il giorno. “Non ho parole, erano i miei ragazzi... perché?”, si dispera tra i singhiozzi la mamma di Elia e Nicolò, mentre abbraccia le persone che cercano inutilmente di darle conforto. Accanto il papà, storico margaro di Castelmagno che i figli sognavano di imitare, le mani tra i capelli e gli occhi gonfi di pianto. Non ha invece più lacrime la nonna di Camilla, grande appassionata di pallavolo e cheerleader, disciplina per la quale lo scorso anno aveva disputato i Mondiali: “Come mi chiamo? Scrivete soltanto che sono la nonna di una ragazza speciale - dice - Mia figlia non ce l’ha fatta, è andata via, ma io resto, perché voglio farle sentire ancora la mia vicinanza”. A portare loro conforto il vescovo di Cuneo e di Fossano, monsignor Piero Delbosco, il crocifisso sopra la polo azzurra. “Ho voluto esprimere loro la vicinanza della Chiesa - dice dopo aver benedetto le salme - Di fronte a simili tragedie si resta senza parole”. Sarà il vescovo in persona a celebrare i funerali, i primi tre probabilmente già nella giornata di venerdì. “È il minimo che possa fare - si limita ad aggiungere - per i nostri ragazzi”. Giovani con la passione per lo sport e per la montagna, uniti dall’amicizia nata frequentando sin da piccoli la vallata che oggi piange la loro morte.

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