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Navalny riempie le piazze

RUSSIA/L’OPPOSITORE DEL GOVERNO MOBILITA LE FOLLE. INCIDENTI A MOSCA



MOSCA. Navalny ha chiamato, la Russia ha risposto. In tutto il Paese la gente è infatti scesa in piazza per protestare contro il suo arresto. A Mosca e San Pietroburgo, come sempre, i numeri sono stati imponenti - almeno 40 mila persone, secondo alcune stime, solo nella capitale. I fermi sono stati altrettanto copiosi, 2.662 stando alla ong OVD-Info. A Mosca poi si sono verificati degli scontri, anche violenti, tra gli agenti in tenuta anti-sommossa e i manifestanti. Il tutto tra l’incoraggiamento dei passanti, specie gli automobilisti, che hanno suonato il clacson in sostegno. Come in Bielorussia. La giornata si è aperta, complice il fuso, con le prime testimonianze di disobbedienza nell’Estremo Oriente russo. Vladivostok, Khabarovsk, Chita, Novosibirsk, Irkutsk e persino Yakutsk, dove il termometro segna meno 50 gradi. Le grandi città siberiane hanno voluto dire la loro. Poi è stato il momento dei “pesi massimi” della Russia europea, a partire da Ekaterinburg, dove migliaia di persone si sono riversate sul lungo fiume. Infine Mosca. La Pushkinskaya, nel cuore della città, si è riempita di persone, giovani ma non solo, che hanno deciso di sfidare le autorità pur di chiedere la liberazione di Navalny. “Russia senza Putin” e “Putin ladro” gli slogan più gettonati. La polizia ha risposto fin da subito, facendo scattare i fermi, spesso e volentieri molto energici, ancora prima che il raduno iniziasse per davvero - ad ogni incursione degli agenti la folla gridava ‘fascisti!’ A farne le spese è stato persino un ragazzino di 14 anni, strattonato da un poliziotto e portato verso le camionette. Le immagini hanno creato scalpore e sono state criticate dalla garante per i diritti umani, che poi ha assicurato che il minore è stato riconsegnato ai suoi genitori. In piazza sono comparsi anche due emuli di Jack Angeli, il “vichingo” del Campidoglio, dotati di bandiere Usa e cappello con le corna (uno di loro è stato spintonato via al grido di “provocatore”). Nella Pushkinskaya si è fatta vedere pure la moglie di Navalny, Yulia, ben presto finita però a bordo di una camionetta della polizia, da dove ha scattato un selfie e ha annunciato di essere stata fermata (è stata liberata in serata). La polizia ha transennato la piazza e così molti manifestanti si sono diretti altrove, lungo la centralissima Tverskaya, raccogliendo appunto l’incoraggiamento degli automobilisti. Un gruppo si è avviato verso la sede dei servizi di sicurezza, il famigerato FSB diretto a suo tempo dallo stesso Putin, e un altro si è scontrato duramente con la polizia all’angolo tra la Petrovka e lo Strastnoy Boulevard. Il Comitato Investigativo ha così lanciato una pre-indagine “sull’assalto” alle forze dell’ordine, che potrebbe costare molto caro a chi verrà riconosciuto colpevole. Questa Mosca. Ma anche San Pietroburgo non è stata da meno. La “seconda capitale” ha infatti risposto generosamente all’appello e un fiume di persone si è riversato nella Prospettiva Nevsky, bloccando di fatto il traffico. In strada si sono così incontrate tre generazioni: nonni, figli e nipoti. “Sono qui per dire la mia e sono felice che tanta gente sia qui con me”, ha commentato alla Pushkinskaya, a Mosca, un’arzilla babushka 90enne circondata dai poliziotti. Il 18enne Sasha, poco più in là, sintetizza la sua rabbia in una frase: “Da quando sono nato c’è Putin”. Sconcerto per quanto è accaduto in Russia è stato espresso dalla Farnesina. “Continuiamo a chiedere il rilascio immediato di Navalny e ci aspettiamo che vengano rispettati i suoi diritti”, ha fatto sapere il ministero. L’Europa gli ha fatto eco, con l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borell, e il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. Domani ci sarà il Consiglio europeo dove si dovranno decidere eventuali nuovi sanzioni su Mosca. Ma per ora la strada pare in salita.

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