top of page

Niente sconti per la ‘pasionaria’ Dosio: “Non voglio la grazia”

NO TAV/L’ATTIVISTA RIFIUTA NORME AD PERSONAM E SFIDA LO STATO



TORINO. "Non voglio la grazia. Non voglio nessun provvedimento di clemenza che sia rita- gliato esclusivamente intorno alla mia persona". È la posizione presa da Nicoletta Dosio, l'attivista No Tav di 73 anni rinchiusa nel carcere torinese delle Vallette dal 30 dicembre per scontare una condanna a un anno di reclusione. Una risposta che spiazza gli esponenti politici, i giuristi, gli intellettuali e i simpatizzanti che, fin dal giorno dell'arresto, avevano cominciato a caldeggiare un intervento del Capo dello Stato. Compresi i novecento firmatari di una petizione lanciata su change.org. L'ex insegnante valsusina di greco e latino, sempre presente alle iniziative degli oppositori alla Torino-Lione, dopo la sentenza della Cassazione ha rifiutato la detenzione in casa e ogni altra misura alternativa. Un gesto che, unito alle ripetute 'evasioni' dagli arresti domiciliari di qualche tempo fa, l'ha promossa, nel lessico della galassia antagonista, del sindacalismo e di alcune forze politiche, a simbolo della "di- sobbedienza civile" e della "repressione giudiziaria" del momento No Tav e non solo. "Abbiamo agito secondo la legge", è stata la replica del procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo. Ora Dosio spiega che la grazia non le interessa. È invece favorevole, in linea di principio, a un "amnistia sociale", un provvedimento generalizzato che riguardi le persone accusate di reati riconducibili alle lotte contro la disoccupazione, il precariato, la scarsità degli alloggi, le povertà prodotte dalla crisi economica. Oltre le mura del carcere l'ex professoressa continua a raccogliere attestati di solidarietà. Lo scrittore Erri De Luca le ha dedicato una poesia ("È l'ora di domani, Nicoletta / la cella è un giorno avanti / perché tu sei quel giorno" sono i versi conclusivi) che ha cominciato a circolare su internet. Il movimento No Tav ha in cantiere volantinaggi, raccolte fondi, campagne informative e, l'11 gennaio, un "corteo nazionale" a Torino. La Dosio è ancora rinchiusa nella sezione 'nuovi giunti' delle Vallette. Ha potuto incontrare altre detenute, ha parlato della decisione di accettare il carcere nonostante il ventaglio delle altre possibilità: e dice che loro hanno capito.

Comments


bottom of page