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Ocse: via alla quota 100 entro fine anno

Italy Survey/Per il ministro dell’Economia Daniele Franco la soluzione sarà equilibrata



di Domenico Conti

ROMA. Avanti tutta su investimenti e riforme per consolidare un rimbalzo del Pil che anche secondo l'Ocse va verso il 6% quest'anno: dunque pieno sostegno ai piani del Governo, senza risparmiare il 'pungolo’ sul tema politicamente scivoloso di quota 100, che va "lasciata scadere a fine anno" assieme alla 'Opzione Donna’ per riequilibrare la spesa pensionistica. La 'Italy Survey' dell'Organizzazione per lo sviluppo economico, presentata ieri in videoconferenza fra Roma e Parigi, è l'occasione per fare il punto su crescita, debito, tasse, ma anche nodi politici come il reddito di cittadinanza e lo scivolo previdenziale caro alla Lega, dove il ministro dell'Economia Daniele Franco preannuncia una mediazione. "Alcuni settori economici affrontano difficoltà, sono aspetti da tenere in considerazione" - dice prudente ma "sono fiducioso che il Governo troverà una soluzione fra queste diverse esigenze nella Legge di bilancio, non posso indicare la soluzione che abbiamo in mente, deve essere discussa nel Governo, ma sono fiducioso che troveremo il giusto equilibrio e che questo avrà il sostegno di tutto il Governo". L'appello dell'Ocse a ristabilire "immediatamente" la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita suscita la reazione della Cgil, secondo cui il sistema previdenziale è sostenibile: "dopo Quota 100 è necessario individuare delle misure che rendano più sostenibile socialmente il sistema, sulla base delle richieste contenute nella piattaforma presentata al Governo dal sindacato. Il Ministro Orlando si era impegnato a convocare il sindacato nei primi giorni di settembre ed è grave che ancora non lo abbia fatto" dice il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli. Per l'Ocse, da anni 'consulente’ di prim'ordine dei governi su lavoro e il fisco e l'architetto dello sforzo per una tassazione più equa delle multinazionali, si tratta di "ribilanciare - come chiede la capo economista Laurence Boone - la spesa pubblica" a favore dei giovani: scuola, università e ricerca, più investimenti e meno spesa corrente. La 'svolta’ indotta dal trauma pandemico fa convergere il segretario generale Ocse Mathias Cormann e Franco, collegato in videoconferenza, sul fatto che nel medio termine servirà il ritorno a una politica di bilancio prudente, ma senza ritirare troppo presto lo stimolo fiscale per non uccidere la ripresa. L'Ocse ha ora una stima di crescita per l'Italia del 5,9%, "intorno al 6%" dice Cormann. Numeri che "fanno molto piacere e sono in linea" con quelle dei principali istituti, nota Franco che si appresta a rialzare la stima di crescita nella Nota di Aggiornamento al Def e chiarisce: puntiamo a "un tasso di crescita più alto rispetto alla media precedente al Covid". Il ministro ci tiene a puntualizzare che il debito è sostenibile: nel 2021 sarà "più basso" del 159,8% indicato nel Programma di stabilità italiano, a fine decennio tornerebbe ai livelli pre-pandemia. L'Ocse loda la riforma della giustizia, auspica più concorrenza - evocando la nota politicamente dolente di licenze e concessioni da liberalizzare, e invoca una pa svecchiata, digitale, veloce, al passo coi tempi. E non lesina suggerimenti su altri temi politicamente 'caldi’ oltre a quota 100. Come il reddito di cittadinanza, che ha attutito la povertà indotta dalla pandemia ma con uno "scarso" numero di percettori che ha trovato impiego a causa delle politiche attive carenti. E il fisco, dove l'Ocse suggerisce una priorità su tutte: bene la riduzione temporanea del cuneo fiscale decisa dal Governo per le donne e i giovani. Ma nella riforma fiscale attesa in questa seconda metà d'anno - suggerisce Boone - il Governo "forse dovrebbe considerare una riduzione permanente per tutti i lavoratori, in particolare le donne". I numeri di confronto dell'Ocse sono impietosi: in Italia il livello del cuneo fiscale è il quinto più alto fra i 38 Paesi membri. "Questo non aiuta l'occupazione, in un Paese in cui solo il 57% della popolazione è occupato contro una media Ocse del 67%".

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