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Omicida Murazzi, per esperto difesa Said ha vizio di mente



TORINO, 03 MAR - La condizione psicologica di Said Mechaquat, l'uomo condannato in appello a 30 anni di carcere per avere ucciso il giovane Stefano Leo sul lungo Po a Torino il 23 febbraio 2019 senza una ragione apparente, sono tornate in discussione in un'aula del tribunale. Oggi è ripreso il processo in cui Said è chiamato a rispondere di stalking nei confronti dei suoi ex datori di lavoro (in una focacceria della città). Su richiesta della difesa è intervenuto il consulente Enzo Giovanni Bosco, il quale ha ribadito come a suo avviso l'imputato patisca un vizio parziale di mente. Questa tesi non è stata accettata durante il processo per l'omicidio. Lo specialista ha ipotizzato che i suoi colleghi, nel formulare la loro diagnosi, potrebbero avere sottovalutato "il vissuto del soggetto prima del 2018". "Quando c'è stato il confronto fra i periti - ha detto l'avvocato Basilio Foti, difensore dell'imputato - il professor Bosco era malato ma purtroppo non era stato disposto un rinvio dell'udienza". Il consulente della difesa ha parlato di un disturbo paranoide della personalità affermando che i problemi "sono cominciati nel 2016".

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