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Omicidio Mollicone :i Carabinieri si costituiscono parte civile

Ieri l’udienza preliminare: decisione sul processo fra due mesi



ROMA. L'Arma dei Carabinieri e il ministero della Difesa, così come nel processo sulla morte di Stefano Cucchi, sarà parte civile nel processo sull'omicidio di Serena Mollicone. Ma ci vorranno ancora altri due mesi per sapere se i cinque indagati saranno rinviati a giudizio con la pesantissima accusa di essere coinvolti nella morte della studentessa di Arce, trovata morta nei primi giorni di giugno del 2001 in un boschetto di Anitrella, in provincia di Frosinone. È stata questa la decisione del giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, che ieri si è espresso solo sulla costituzione di parte civile Potrebbe quindi essere marzo il momento in cui si conoscerà il destino processuale del maresciallo Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, della moglie Anna Maria, del figlio Marco, del maresciallo Vincenzo Quatrale, e dell'appuntato Francesco Suprano. Mottola, i suoi familiari e Quatrale sono accusati di concorso in omici- dio. Per Quatrale inoltre si ipotizza anche l'istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, mentre l'appuntato Francesco Suprano deve rispondere di favoreggiamento. "Non c'entriamo nulla con questo delitto e abbiamo le prove per dimostrarlo in aula. Speriamo che i veri colpevoli vengano individuati", hanno ribadito pochi giorni fa il maresciallo Mottola e i suoi familiari, assistiti dall'avvocato Francesco Maria Germani. L'udienza di ieri è stata quindi dedicata alla costituzione delle parti civili, tra cui prima di tutti quella del papà di Serena, Gu- glielmo, ancora grave dopo il malore che l'ha colpito prima di Natale. Il 71enne è ancora ricoverato a Frosinone in rianimazione. A rappresentarlo, l'avvocato Dario De Santis. Per la Procura di Cassino la giovane Serena morì dopo essere stata spinta contro una porta dentro la caserma dei carabinieri diArce forse dopo un litigio col figlio di Mottola, Marco. La ricostruzione del delitto tratteggiata dalla perizia medico-legale indico' una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell'alloggio della caserma dei carabinieri diArce e la frattura cranica riportata dalla studentessa diciottenne. Fu inol tre accertata la "compatibilità tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima ed il legno della porta, così come con il coperchio di una caldaia della caserma", aveva spiegato il procuratore di Cassino, Luciano d'Emmanuele. La svolta nelle indagini fu la perizia del Ris che rilevò come il corpo di Serena, ormai senza vita, fu spostato nel boschetto dell'Anitrella dove poi fu trovato con mani e piedi legati dal nastro adesivo e una busta di plastica in testa. Durante le nuove indagini gli inquirenti hanno ascoltato 118 testi, molti dei quali scelti tra i 1.137 più volte sentiti nei diciotto anni di ricerca della verità per il delitto di Arce. Un caso avvolto dal mistero che potrebbe essere stato scatenato da un movente terribile: forse Serena, il giorno in cui morì era andata nella caserma dei carabinieri per denunciare alcuni traffici, forse legati alla droga. Poi la lite e la tragedia.

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