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Pacco bomba a Giuseppe Pasini

IL PRESIDENTE DELLA CONFINDUSTRIA A BRESCIA SOTTO SCORTA COME BONOMETTI



di Andrea Cittadini

BRESCIA. Se l’ordigno artigianale si fosse innescato Giuseppe Pasini avrebbe riportato gravi ferite. Lo dimostra quanto avvenuto durante le operazioni di brillamento, compiute a Milano, del materiale inviato in una busta anonima al presidente di Confindustria Brescia. Quando è stato innescato dagli artificieri, l’ordigno ha prodotto una fiammata ritenuta “importante e pericolosa”. Nella busta, di colore rosso e grande poco più di un foglio di carta A4 inviata martedì nella sede della Feralpi Group a Lonato del Garda, nel Bresciano, di proprietà dell’imprenditore, c’erano un detonatore e della polvere da sparo. Non biglie d’acciaio e neppure chiodi. Intestata a Pasini, è stato lo stesso industriale ad aprire la lettera e il materiale unito anche da fili elettrici, non è esploso. Probabilmente perché non era collegato adeguatamente, secondo chi indaga. Gli inquirenti - l’inchiesta è affidata alla Procura di Brescia - starebbero seguendo la pista che porta al mondo anarchico, ma al momento il gesto intimidatorio non è stato ancora rivendicato. Sul pacco bomba c’erano alcuni francobolli ma non sarebbe ben visibile il timbro dell’ufficio postale dal quale è stato inviato. Davanti ai suoi collaboratori Pasini, messo subito sotto scorta dalla Prefettura di Brescia, fa capire di essere sereno e anche ieri era in azienda. Per l’intera giornata ha incassato attestati di solidarietà, dai colleghi industriali, dal mondo della politica e anche dai sindacati con i quali si è sempre confrontato scegliendo la strada del dialogo e della mediazione. “Simili atti intimidatori sono totalmente inaccettabili e non vanno sottovalutati. Mi auguro che i responsabili vengano individuati al più presto”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Per i deputati bresciani del Pd Marina Berlinghieri, vicepresidente della commissione Politiche dell’Unione europea, e Alfredo Bazoli, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, “l’Italia attraversa una fase complicata e difficile, una crisi economica pesante causata dalla pandemia, e di tutto ha bisogno meno che della esasperazione di conflitti o di una stagione di relazioni industriali inquinata da minacce o infiltrazioni di frange estreme”. Solidarietà è stata espressa anche dalla capogruppo di Forza Italia alla Camera Mariastella Gelmini, dal segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti e dal leader di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, anche lui bresciano e anche lui sotto scorta da inizio estate dopo aver ricevuto una busta con un proiettile rivendicata dai Nuclei proletari lombardi. “Il clima di odio e di disprezzo che si è creato verso l’impresa e gli industriali non aiuta certamente a risolvere i problemi in cui versano economia e società in questo difficile momento. L’intimidazione non può fermare il nostro impegno di rappresentanza nel difendere la libertà di fare impresa e la democrazia in un Paese liberale come l’Italia”, ha scritto in una nota Bonometti. Il segretario della Cgil Maurizio Landini commenta: “Il sindacato anche negli anni più bui della nostra Repubblica è sempre stato un presidio di democrazia e di contrasto a fenomeni come quello avvenuto a Brescia che nulla hanno a che vedere con il confronto e la lotta democratica dei lavoratori e delle lavoratrici”, mentre per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, “sono episodi da non sottovalutare in una fase difficile per il Paese e per il mondo del lavoro dove occorre coesione, unità e senso di responsabilità comune”. In serata anche il ministro dell’interno Luciana Lamorgese, tramite il prefetto di Brescia Attilio Visconti, ha voluto esprimere vicinanza e solidarietà a Giuseppe Pasini.

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