Palestinesi contro il piano di Trump: “Usciremo da Oslo”
- direzione167
- 5 giu 2022
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WASHINGTON. I palestinesi tuonano contro il piano di pace in Medio Oriente messo a punto dall’amministrazione Trump e che il presidente Usa illustrerà personalmente tra oggi e domani ai leader israeliani. La minaccia, giunta da Ramallah, è addirittura quella di sciogliere l’Autorità nazionale (Anp), uscendo così di fatto dagli Accordi di Oslo del 1993.
Trump oggi avrà incontri (separati) alla Casa Bianca con il leader centrista Benny Gantz (Blu- Bianco) e con il premier Benyamin Netanyahu. Il giorno dopo, domani, il tycoon dovrebbe rendere pubblica la parte politica - quella economica è stata presentata questa estate a Manama in Bahrein - di quello che lui stesso ha definito “l’accordo del secolo” per mettere fine al conflitto tra israeliani e palestinesi.
In rotta con gli Usa, bollati come partner inaffidabili dal loro riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele e con cui non ci sono più rapporti, la dirigenza di Ramallah è compatta nel rifiutare il piano Trump ed ha indetto per domani “una giornata di rabbia” in tutti i Territori.
“Il sedicente accordo del secolo - ha avvertito Nabil Abu Rudeina, por- tavoce di Abu Mazen - non passerà senza l’ap- provazione del popolo palestinese. La leadership studierà tutte le opzioni, incluso il destino dell’Anp”. Mentre il segretario generale dell’Olp Saeb Erekat ha definito il piano “la truffa del secolo e non un accordo”.
Poi ha ricordato che se Netanyahu darà il via all’annessione della Val- le del Giordano - come ha annunciato lui stesso - sarà proprio Israele “ad uscire ufficialmente dagli Accordi di Oslo”. Per Fa- tah, il partito di Abu Mazen, “l’unica utile ed effettiva risposta” al piano di pace è “l’immediato riconoscimento da parte della comunità internazio- nale e specialmente dalla Ue di uno Stato palestinese nei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale”.
Secondo Jamal Naz- zal, portavoce di Fatah, questo “passo” è la risposta “ai tentativi dell’am- ministrazione Usa di destabilizzare ulteriormente la nostra regione negando i diritti palestinesi”.
Secondo indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, oltre al riconoscimento della sovranità israeliana sulla Valle del Giordano e sugli insediamenti nell’Area C della Cisgiordania (quella, in base agli Accordi di Oslo, già sotto controllo di Israele), il piano pre- vede l’accettazione a tem- po debito da parte Usa di uno Stato palestinese “smilitarizzato” che includerebbe il resto del territorio della stessa zona C, oltre alle attuali Aree Ae B, più Gaza.
A Gaza a deporre le armi do- vrebbero essere Hamas e le altre fazioni, Jihad isla- mica compresa.
Il piano - definito dai media la migliore offerta mai fatta ad Israele - prevede che i palestinesi ri- conoscano Gerusalemme capitale di Israele. Nel rifiuto del piano si è aggiunto anche il leader di Hamas, Ismail Hanieyh, che ha fatto sapere di essere pronto a vedere Fatah. Netanyahu invece - che questa sera partirà per Washington dove vedrà Trump non solo domani ma anche martedì - ha par- lato di “un momento storico, un’opportunità che si presenta una volta nel- la storia e che non può essere mancata”.
“Per tre anni - ha det- to - ho avuto colloqui con Trump e il suo staff a proposito dei nostri più vita- li interessi di sicurezza che devono essere inclu- si in qualsiasi accordo.
Ho trovato orecchie aperte alla Casa Bianca”. Ieri, nel frattempo, con un volo di linea è partito per gli Usa Benny Gantz, mag- giore avversario di Netanyahu alle elezioni di marzo.
La sua posizione sull’annessione della Valle del Giordano è favorevole ma “nel contesto di un’iniziativa nazionale congiunta ed in coordina- mento con la comunità in- ternazionale”. Dopo l’incontro alla Casa Bianca rientrerà subito in patria per il dibattito della Knes- set, domani stesso, sulla richiesta di immunità del premier.
















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