Peste suina, imprese ed export priorità per Governo
- direzione167
- 5 giu 2022
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Senato apre indagine. Aviaria colpisce Veneto e Lombardia

ROMA, 20 GEN - Misure economiche immediate per sostenere le imprese danneggiate dall'epidemia di peste suina, garantendo al tempo stesso attraverso il Ministero degli Esteri i Paesi importatori di carne suina circa la salubrità delle produzioni made in Italy. Sono queste oggi le priorità del Governo per fronteggiare l'emergenza nel settore suinicolo, come ha puntualizzato il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, Francesco Battistoni. "Assicuro che continueremo a vigilare sull'evolversi della situazione", ha precisato il sottosegretario, nel rilevare come "un'azione tempestiva e coordinata di controllo risulti fondamentale per avere maggiori probabilità di contenere il contagio; la diffusione della malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, può dipendere dalla densità delle popolazioni di cinghiali, oltre che dalla presenza di corridoi che consentono di superare eventuali barriere geografiche". Ed è proprio la gestione del sovrappopolamento a preoccupare le deputate democratiche Antonella Incerti e Susanna Cenni, secondo le quali è indispensabile anche un'iniziativa coordinata delle regioni confinanti con le aree colpite del Piemonte e della Liguria. "Bisogna intervenire subito per evitare che in Toscana si verifichino casi", fa sapere il sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento, Deborah Bergamini, mentre il vicepresidente di Regione Liguria e assessore all'agricoltura Alessandro Piana denuncia che "non si può vivere in continua emergenza e sottostare a certe logiche animaliste, cercando poi ristori economici al mondo rurale come unica risposta". In Umbria e nelle Marche al momento non sono stati segnalati casi ma è massima allerta. Intanto la Commissione agricoltura del Senato ha deciso di aprire un'indagine per affrontare a tutto tondo il problema, iniziando con una serie di audizioni da concludersi con una risoluzione con l'avviamento dei lavori necessari. Ma è allarme anche per l'influenza aviaria. Sono 306 i focolai che da ottobre hanno interessato gli allevamenti di pollame da carne, soprattutto in Veneto e Lombardia, con 13-14 milioni di capi abbattuti per fermare l'avanzata dell'epidemia. Un danno per le imprese, stimato dalla Coldiretti in 500 milioni di euro, che va ad impattare soprattutto sulle realtà più piccole, tanto che Confagricoltura ha chiesto alle banche la sospensione delle rate dei finanziamenti in scadenza e le trasformazione a medio-lungo termine delle esposizioni. "E' una fase difficile ma transitoria, contiamo di tornare alla normalità entro qualche settimana", fa sapere all'ANSA il presidente di Unaitalia Antonio Forlini, "il picco è stato toccato a dicembre mentre ora registriamo un rallentamento dei contagi, senza alcun nuovo focolaio. Ovviamente a fronte di un calo della produzione alcune aziende associate hanno fatto ricorso alla cassa integrazione".
















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