Più casi ma la crescita rallenta
- direzione167
- 5 giu 2022
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AUMENTANO ANCHE I DECESSI. GLI ESPERTI, ‘SERVONO GIORNI PER VEDERE GLI EFFETTI DEL DPCM’

di Enrica Battifoglia
ROMA. I numeri dell’epidemia di Covid-19 sono più alti rispetto a quelli di mercoledì, con i 37.978 i nuovi contagi in 24 ore resi noti dal ministero della Salute e 636 decessi; torna a salire al 16,1% (contro il 14,6% del giorno precedente) anche il rapporto fra casi positivi e tamponi, ma complessivamente la curva dell’epidemia continua a mostrare segni di rallentamento, confermando la tendenza dei giorni scorsi. Confermano il ritmo di crescita registrato negli ultimi tempianche gli 89 ricoveri in più nelle unità di terapia intensiva, mentre i ricoverati con sintomi si sono ridotti a 429, circa la metà rispetto al giorno precedente. Ancora alto il numero dei decessi, 636, il 30% dei quali in Lombardia. E’ ancora la Lombardia a registrare il maggiore incremento nel numero dei contagi (9.291 in più in 24 ore e un rapporto casi positivi-tamponi ancora molto elevato, del 21,6%), seguita con distacco da Piemonte (4.787 casi e un rapporto casi positivi-tamponi del 19,2%), Campania (4.065 e 17,0%) e Veneto (3.564 e 20,7%). Ci sono comunque segnali positivi, secondo gli esperti che stanno analizzando i dati fin dall’inizio della pandemia. Per il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus-Dati e analisi scientifiche”, “si conferma il rallentamento della crescita registrato nella settimana scorsa” e “possiamo dire che si cominciano a osservare gli effetti del Dpcm di fine ottobre”. Fra qualche giorno, ha aggiunto Sestili, “potremmo cominciare a vedere gli effetti del Dpcm del 4 novembre e dei provvedimenti successivamente adottati nelle Regioni”. Questo significa che, “considerando che dalle Regioni sono stati adottati provvedimenti differenziati, sarà importante monitorare la situazione a livello regionale: è probabile che le regioni che hanno adottato misure più dure possano avere miglioramenti più vistosi”. Buone notizie anche per quanto riguarda i ricoverati con sintomi e i ricoveri nelle unità di terapia intensiva: “in entrambi i casi si è fuori da una crescita esponenziale”. Vale a dire che non si osserva più un raddoppio dei casi a intervalli di tempo, ma che la crescita è lineare, con un aumento costante, nel quale ogni giorno i casi aumentano della stessa quantità. Non bisogna comunque abbassare la guardia perché, rileva Sestili, “i ricoveri stanno comunque continuando ad aumentare e non è detto che il rallentamento che stiamo osservando sia sufficiente a non mettere sotto pressione il sistema sanitario”. La cattiva notizia è invece che il numero dei decessi è ancora alto, “ma sappiamo che questo è l’ultimo parametro a migliorare”. Un dato sottolineato anche dalla Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio indipendente indica che i decessi da Covid-19 sono aumentati del 70% in una settimana, toccando in 7 giorni quasi 3.000. Ancora la Fondazione Gimbe rileva che i casi positivi sono ormai pari al’1% della popolazione: “un dato importante” perchè, ha detto il presidente Nino Cartabellotta, questo dato rappresenta la soglia oltre la quale un’epidemia si definisce ‘fuori controllo’. Mantenere alta la guardia è perciò fondamentale e quanto le misure di prevenzione siano decisive lo indicano le stime elaborate per le prossime due settimane, che lasciano intravedere gli effetti dell’ultimo Dpcm. Secondo l’analisi condotta a titolo personale dallo statistico Livio Fenga, dell’Istat, nei prossimi 15 giorni si prevede un miglioramento, in particolare nelle zone gialle e in quelle rosse secondo le indicazioni dell’ultimo Dpcm. Segnali che, secondo il ricercatore, sembrerebbero “incoraggiare misure restrittive localizzate a regioni o gruppi, anche importanti, di esse”, In particolare “la presenza di regioni con tassi di crescita previsti più moderati sembrerebbe non consigliare misure di lockdown generalizzato”
















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