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Più tasse ad aziende e ricchi

LA RICETTA DEI DEMOCRATICI PER LE INFRASTRUTTURE E CONTRO LA DISPARITÀ SOCIALE



di Serena Di Ronza

NEW YORK. Più tasse sui ricchi, sulle aziende e sugli investitori per finanziare una svolta nelle politiche economiche e sociali americane e tentare di non spaccare il partito. I democratici della Camera presentano la loro ricetta per reperire i 3.500 miliardi di dollari previsti nella manovra di bilancio e necessari a rivoluzionare la società e combattere la piaga delle disparità sociale. Il piano è meno ambizioso delle attese, almeno di quelle delle Casa Bianca. Prevede un aumento dell’aliquota sulle imprese al 26,5% dal 21% attuale, meno quindi del 28% a cui aspirava il presidente. Le tasse sul capital gain sono invece previste salire dal 20% attuale al 25%, decisamente al di sotto del 39,6% sul quale premeva l’amministrazione. E’ poi prevista una sovrattassa del 3% su chi guadagna più di cinque milioni di dollari l’anno, oltre a un inasprimento della pressione fiscale da complessivi 100 miliardi di dollari sull’industria del tabacco e della nicotina. Alla stretta democratica non sfuggono neanche le criptovalute come il Bitcoin, dalle quali stimano di poter raccogliere 16 miliardi di dollari di entrate fiscale cambiando le regole e trattandole come gli altri strumenti finanziari. Anche se deludente sotto alcuni punti di vista, la proposta è accolta con soddisfazione dalla Casa Bianca che vi legge “progressi significativi nell’assicurare che l’economia funzioni per tutti, non solo per i ricchi”. L’amministrazione è consapevole che il piano è una base di partenza e che punta a non spaccare il partito, all’interno del quale non tutti sono convinti della necessità di alzare le tasse e soprattutto della necessità di una manovra da 3.500 miliardi di dollari. Il senatore democratico della Virginia, Joe Manchin, lo ha detto espressamente: “E’ troppo costosa”. I democratici non possono permettersi di perdere neanche un voto in Senato per l’approvazione della manovra e l’opposizione di Manchin sta creando non poche tensioni all’interno del partito. Biden è pronto a scendere in campo in prima persona per raggiungere un compromesso soddisfacente che gli consenta di ammodernare le infrastrutture americane, rendere la società più equa e combattere quel cambiamento climatico che, sotto forma di incendi e uragani, inizia a farsi sentire con forza nel paese. Il presidente vola in California per toccare con mano proprio i danni causati dalle fiamme e cogliere l’occasione per promuovere la sua agenda, oltre che per esprimere il proprio appoggio al governatore Gavin Newsom in vista delle elezioni di oggi. Un voto cruciale per i democratici: una sconfitta di Newsom sarebbe infatti uno schiaffo per le politiche dell’amministrazione Biden, soprattutto sull’ambiente in cui la California è apripista in America, e un segnale negativo in vista delle elezioni di metà mandato del 2022. In base agli ultimi sondaggi Newsom è ben posizionato per superare il test del ‘recall’, ovvero il ‘referendum’ indetto su di lui dopo una raccolta per richiederne la rimozione. E questo ha già spinto molti osservatori repubblicani a prendere spunto dal copione di Donald Trump e gridare alle frodi elettorali. In tutto a contendersi il posto di governatore sono 46 aspiranti, fra i quali il front runner Larry Elder e l’icona transgender Caitlyn Jenner, che spera di ripetere il ‘miracolo’ del 2003 quando dall’ultima elezione recall della California emerse come vincitore Arnold Schwarzenegger.

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