Pressing su Pence per Libia e dazi
- direzione167
- 5 giu 2022
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Roma/il vicepresidente usa incontra il papa, mattarella e conte

ROMA. Arriva a Roma per vedere il Papa il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence, ma nel giro di saluti fra Quirinale e Palazzo Chigi raccoglie sollecitazioni - se non un vero e proprio pressing - sui dossier considerati a queste latitudini cruciali: Libia e dazi. Con la richiesta agli Usa di esercitare il proprio peso politico in Libia e il monito sulle tariffe che ri- schiano di indebolire la partnership transatlantica.
Sulla Libia Mattarella è il più esplicito e chiede che Washington utilizzi il proprio peso politico per rendere permanente il cessate il fuoco.
“La Libia per l’Italia è una questione di primaria importanza perché lo stato di guerra nel Paese è motivo di estrema preoccupazione ed è quindi decisivo che gli Stati Uniti spendano il loro peso politico per rendere permanente il cessate il fuoco e i passi avanti della Conferenza di Berlino”, ha detto Mattarella ricevendo Pence al Quirinale (presente anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio).
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte segue a ruota, nel ribadire l’importanza di esercitare una pressione su tutte le parti per una soluzione politica della crisi libica. Gli equilibri in Libia restano del resto delicatissimi ed il timore che il dossier, nonostante la conferenza di Berlino, rimanga appannaggio esclusivo di Russia e Turchia è sempre presente.
Era stato il vicepresidente americano, stando a fonti del Quirinale, a chiedere al presidente italiano in quale modo gli Stati Uniti potessero rendersi utili, consapevo- le evidentemente della sensibilità sul tema. Da cui la garanzia che Washington guarda con particolare attenzione ad una maggio- re stabilità della Libia e l’impegno di ri- ferire al presidente Trump.
La sequenza si ripete anche sui dazi, che Donald Trump continua a minacciare per prodotti europei. E su cui Mattarella è nuovamente diretto nel metterne in evidenza
la pericolosità, in particolare quella part- nership strettissima e quei saldi legami fra Italia e Usa che pure Pence aveva voluto ricordare in apertura dei colloqui. Così il presidente della Repubblica ha messo in evidenza come l’alleanza atlantica non è solo uno strumento militare ma anche “una comunità di valori” ed è difficile immagi- nare un avanzamento della collaborazio- ne con l’immissione di nuovi strumenti commerciali come i dazi “che ne attenuano la solidarietà”, ha detto.
Matterella - riferiscono fonti del Quirinale - ha quindi chiesto di evitare il “rischio” di un indebolimento dell’Alleanza per questioni commerciali. Mentre il premier Giuseppe Conte nell’incontro a Palazzo Chigi non ha mancato di menzionare gli ottimi rapporti commerciali tra Italia e Usa ricordando la qualità del Made in Italy.
Settore, ha spiegato, che sta particolarmente a cuore del governo. Pence era atterrato in mattinata a Ciampino, proveniente da Israele dove aveva preso parte al Forum Internazionale sull’antisemitismo. In agenda l’udienza con il papa (Pence è cresciuto nella fede cattolica) in Vaticano: con Bergoglio si è trattenuto circa un’ora.
C’è stato lo scambio dei doni (il vice presidente ha donato al pontefice un’opera realizzata con il legno di un albero del giardino della sua stessa residenza) poi il colloquio a porte chiuse: la situazione dei cristiani in Medio Oriente, a partire da quelli che sono tornati in Iraq dopo la cacciata dell’Isis, il Venezuela, e la difesa della vita, proprio mentre a Washington si teneva la ‘marcia per la vita’ cui per la prima volta oggi ha preso parte un presidente in carica, Donald Trump.
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