Pressione per l’accordo
- direzione167
- 5 giu 2022
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VON DER LEVEN-JOHNSON SPINGONO PER IL DOPO-BREXIT. TELEFONATA BRUXELLES-LONDRA

di Giuseppe Maria Laudani
BRUXELLES.”Colmare le lacune”. Bruxelles e Londra hanno riconosciuto le divergenze sulle trattative in corso sulle loro future relazioni commerciali dopo la Brexit, ma hanno chiesto di spingere sull’acceleratore per risolverle, dando mandato ai loro negoziatori di lavorare con maggiore impegno per arrivare ad un accordo. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ed il premier britannico Boris Johnson si sono sentiti al telefono al termine di una settimana contraddistinta da toni accesi da entrambi le parti, dopo il nono round di trattative che ha segnalato la persistenza di “gravi divergenze”, alimentando un clima di pessimismo generale. La pacatezza dei toni fra i due leader, che hanno convenuto sull’importanza di arrivare ad una intesa, se possibile, come base solida per una futura relazione strategica, non ha però fatto nascondere sotto il tappeto quelle distanze già evocate al termine dei negoziati. Anzi. La presidente Ue ed il primo ministro britannico hanno approvato la valutazione di entrambi i capi negoziatori - David Frost e Michel Barnier - secondo cui sono stati compiuti progressi nelle ultime settimane, ma hanno sottolineato che “restano lacune significative”, in particolare, ma non solo, nei settori della pesca, nel level playing field (concorrenza leale ed aperta) e sulla governance. Von der Leyen e Johnson - che hanno deciso di parlare regolarmente su questo tema - hanno quindi incaricato i loro capi negoziatori a “lavorare intensamente” per cercare di colmare tali lacune, dando un nuovo slancio ai negoziati. In altre parole trovare un compromesso che soddisfi entrambi. Frost da parte sua ha annunciato che “quel lavoro inizierà appena possibile la prossima settimana”. Tra i vari nodi da sciogliere oltre alla pesca ci sono ancora i temi legati a garantire una concorrenza leale, attraverso le regole sugli aiuti di Stato e il rispetto di determinati standard in materia di fiscalità, condizioni sociali e lotta ai cambiamenti climatici. “Vogliamo un accordo di libero scambio con l’Ue, ma deve essere equo”, ha ammonito il ministro degli esteri britannico Dominic Raab al congresso annuale del Partito conservatore, riferisce la stampa britannica, aggiungendo che “sono lontani i tempi in cui eravamo messi contro il muro da Bruxelles”. Il tempo stringe e sia l’Unione europea sia il Regno Unito sono adesso più che mai pressati a chiudere un’intesa quanto prima. L’obiettivo è evitare un ‘no deal’, ipotesi che tutti temono e che potrebbe scuotere ulteriormente le economie dalle due parti della Manica già indebolite dalla pandemia di coronavirus. Il periodo di transizione scade il 31 dicembre di quest’anno ed entrambe le parti hanno indicato come data limite - ma non si esclude che si possa anche slittare di qualche settimana - la fine del mese, visto che una volta che sarà trovato l’accordo si dovrà poi procedere alle approvazioni parlamentari. Il dossier approderà al prossimo vertice europeo il 15-16 ottobre: Il Consiglio europeo farà il punto sull’attuazione dell’accordo di recesso e esaminerà lo stato di avanzamento dei negoziati sul futuro partenariato. I leader Ue discuteranno i lavori preparatori per tutti gli scenari che potrebbero presentarsi a partire dal primo gennaio 2021.
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