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Rapina in una banca a Milano

I BANDITI ENTRATI NEL CAVEAU ATTRAVERSO UN TUNNEL, LA SCIENTIFICA ISPEZIONA LE FOGNE



di Salvatore Garzillo

MILANO. Non c'era niente di improvvisato, la banda ha lavorato a lungo sul piano. Giorni se non settimane per calcolare i tempi di azione, per organizzare i sopralluoghi, per analizzare le mappe dei sotterranei della zona, per studiare il reticolato delle fogne da cui accedere alla filiale del Credit Agricole di Milano, all'angolo tra piazza Ascoli e via Stop- pani. E poi il buco finale, quegli ultimi 2 metri e mezzo scavati nell'ultimo weekend, un pezzo alla volta per non destare sospetti col rumore. L'obiettivo era il caveau protetto dalla chiusura temporizzata, un sistema a timer che consente l'apertura solo in una breve finestra. I rapinatori avevano programmato di tenere in ostaggio il direttore, Paolo Blasetti, e le due dipendenti fino a quel momento. Tutto perfetto, se non fosse stato per un piccolo imprevisto: una delle due bancarie ha sentito le urla del capo ed è riuscita a scappare per dare l'allarme, costringendo la banda del buco ad accelerare e a cambiare tutto il programma, rinunciando così al vero bottino. Hanno dovuto ripiegare su 20 cassette di sicurezza, di cui non si conosce il contenuto. L'azione è durata non più di 15 minuti. Alle 8.30 il direttore, di 48 anni, ha aperto la filiale assieme alle due colleghe di 30 e 49 anni. Appena entrato ha sentito dei rumori provenire da una delle stanze e lì si è trovato davanti il gruppo di almeno 6 persone, tutte col volto coperto da una maschera, due armate di pistola. Secondo quanto riferito agli investigatori si è lanciato contro uno di loro, hanno avuto un breve corpo a corpo e nella colluttazione ha battuto la testa riportando una lieve contusione. Quando si è accorto di essere circondato si è arreso e ha accettato di aprire la stanza con le cassette di sicurezza. Ma ormai il piano era compromesso, i banditi hanno capito di avere poco tempo e che la polizia stava per arrivare. Hanno preso tutte le cassette che potevano e sono scappati dallo stesso buco, l'ultimo della fila ha svuotato un estintore per creare un diversivo e guadagnare altri 3-4 minuti. Intanto, all'esterno, una decina di volanti aveva circondato la banca, molti residenti hanno filmato dalla finestra i poliziotti con giubbotto antiproiettile e fucile M12 pronti a intervenire. Non c'è stata nessuna trattativa né irruzione. Quando i due ostaggi sono usciti è parso chiaro a tutti che i rapinatori avevano trovato la via di fuga. Gli agenti hanno tentato di seguirli nelle fogne, come testimoniano le divise sporche di fango, ma è stato tutto inutile. A pochi metri dall'ingresso del tunnel si apriva un ventaglio di diversi cunicoli, uno dei quali termina in un palazzo accanto. Per rallentare gli inseguitori la banda ha anche sigillato dall'interno con schiuma espansa alcuni tombini attorno alla banca. Gli investigatori della Squadra mobile, diretti da Marco Calì, stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza che potrebbero aver filmato dettagli utili prima di essere tutte oscurate con spray nero. La Scientifica ha lavorato ore per raccogliere impronte nella speranza che i rapinatori abbiano commesso un errore e che quelle tracce siano contenute nel database della polizia. Su un punto sono tutti concordi, ieri mattina non c'erano dilettanti e le persone capaci di un colpo del genere non sono tante.

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