Regioni ancora all'attacco sulla scuola e sul coprifuoco alle 22
- direzione167
- 5 giu 2022
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'Incontriamoci prima di pubblicare il decreto'

Limare le misure del decreto legge, varato solo 24 ore fa. Dopo l'astensione dal voto da parte della Lega sul Dl al Consiglio dei Ministri, proseguono le tensioni nel Governo, alle prese con l'ira dei governatori. Le Regioni chiedono di posticipare il coprifuoco alle 23 e una deroga ai servizi di ristorazion, affinché siano permessi sia al chiuso che all'esterno per le ore di pranzo e cena. Ma è sul nodo scuola che si è consumato lo strappo, annunciato dallo stesso presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga: "l'aver cambiato in Cdm un accordo siglato da noi con i Comuni e le Province sulla presenza di studenti a scuola è un precedente molto grave" che ha "incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni". Alla sua approvazione, la percentuale sulla presenza in classe dei ragazzi delle superiori in zona gialla e arancione è salita al 70%, rispetto al 60% inizialmente concordato con i governatori: un elemento che ha portato i governatori ad esprimere "amarezza" in una lettera indirizzata al premier, Mario Draghi, con la richiesta di "un incontro urgente prima della pubblicazione del provvedimento". "E' stato un metodo che non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di Governo", si legge nella missiva indirizzata al presidente del Consiglio. In attesa di una risposta del premier, Fedriga si dice "convinto che alle prossime settimane ci potrebbe essere una revisione di questo decreto". Da Palazzo Chigi però finora non è arrivato alcun segnale di questo tipo, anche se il testo finale del dl ancora non c'è. L'auspicio delle Regioni è quello di poter incassare almeno un 'tagliando' del decreto entro la metà di maggio, se i numeri dei contagi lo permetteranno. "Stiamo andando verso le riaperture, e questa conquista non è la vittoria di Salvini, di Forza Italia o del centrodestra: è la vittoria degli italiani. Il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio, e non vediamo l'ora di abolirlo. Ogni due settimane verrà fatto un check a tutte le misure previste dal decreto: il primo sarà a metà maggio. Dispiace che la polemica sul coprifuoco abbia un po' offuscato tutto il resto, ma questo è il decreto delle riaperture". Così il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, durante la registrazione di Porta a Porta, in onda su RaiUno. "Tutti vogliamo tornare alla nostra vita normale ed è volontà ed interesse del governo farlo prima possibile. Ma c'è una cosa che dobbiamo assolutamente evitare perché non ci sarebbe perdonato: il rischio di riaprire per poi richiudere. È per questo che si procede con riaperture graduali e in sicurezza". Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, durante la registrazione di "Iceberg", in onda su Telelombardia. "Esattamente un anno fa i nostri ragazzi erano tutti a casa con la prospettiva di non rientrare in classe fino a settembre, i negozi erano chiusi, e così anche bar e ristoranti: e avevamo fra i 2 e i 3 mila contagi al giorno. Ieri di nuovi contagi ce ne sono stati quasi 14mila, ma con il 26 aprile la gran parte delle attività saranno riaperte. E i nostri ragazzi sono in larga parte già tornati a scuola. Non mi pare poco. Tutto e subito non è sempre la scelta più appropriata quando sono in gioco le vite umane. Ma questo resta il decreto delle riaperture e del ritorno alla vita". Sulla didattica in presenza "le regioni avevano chiesto di partire dal 60% ed in questo senso avevamo raggiunto un accordo. Il Presidente del Consiglio Draghi ha chiesto di fare uno sforzo ulteriore, ha posto un obiettivo minimo più alto, per cercare di far tutti meglio, ogni giorno. Nel decreto ci sarà scritto il 70%: ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra", ha detto Gelmini. "Il fatto che nel testo del decreto varato ieri non sia stato riprogrammato il coprifuoco, non significa che durerà fino al 31 luglio. Questa è una lettura distorta del provvedimento". "Sono assolutamente certa - ha aggiunto - che presto il coprifuoco sarà solo un brutto ricordo. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, con tagliandi periodici al dl, modificando sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco". Anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, resta sulle barricate e pur rinnovando "lealtà" a Draghi incalza: "il governo ha disatteso l'accordo raggiunto con gli enti locali, mettendo in difficoltà presidi, sindaci e studenti". Il leader del Carroccio continua a puntare i piedi anche contro il provvedimento del coprifuoco alle 22, che - dice come esempio - "mette a rischio la stagione estiva dell'Arena di Verona, anche con il limite di mille spettatori". Ma "come lo scorso anno, l'Arena potrà avere la deroga su iniziativa della Regione Veneto", chiarisce il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Ripartenze graduali dovranno in ogni caso svolgersi senza perdere la bussola della responsabilità. E' per questo che queste dovranno avvenire - spiega il capo della polizia, Lamberto Giannini - "con il rispetto delle regole" ma "noi saremo nelle piazze con comprensione verso chi esercita pacificamente le proprie prerogative democratiche".
















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