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Renzi: genitori nei guai

IL CASO/ACCUSATI DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA E FALSA FATTURAZIONE



FIRENZE. Bancarotta fraudolenta e dichiarazione fraudolenta per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Queste le accuse da cui dovranno difendersi in sede di processo i genitori del leader di Italia Viva Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, rinviati a giudizio a Firenze nell’inchiesta sui fallimenti delle cooperative di servizi di volantinaggio e pubblicitari ‘Delivery Service Italia’, ‘Europe Servicè e ‘Marmodiv’. Con loro sono stati mandati a processo (prima udienza l’1 giugno) altri 13 tra amministratori, componenti dei cda delle coop e imprenditori. Tra questi anche Roberto Bargilli, che fu l’autista di Matteo Renzi alle primarie per la segreteria Pd. Hanno patteggiato la pena Pierpaolo Fasano, amministratore unico di una delle società, e l’imprenditore ligure Mariano Massone: quest’ultimo ha avuto sei mesi. Secondo le indagini, condotte dalla guardia di finanza con il coordinamento del procuratore aggiunto Luca Turco, i coniugi Renzi avrebbero usato le cooperative, di cui sarebbero stati amministratori di fatto, per aumentare il volume di affari della società di famiglia, la Eventi 6. Poi le avrebbero portate dolosamente al fallimento, omettendo di versare gli oneri previdenziali e le imposte. In particolare, le coop avrebbero avuto la funzione di garantire alla ‘Eventi 6’ la manodopera necessaria senza la necessità di farsi carico dei relativi costi. Accuse infondate secondo il collegio difensivo della coppia: “La decisione del gup era attesa - affermano gli avvocati - visto il tipo di vaglio a cui questo è chiamato per legge. È però emersa già dalle carte la prova della infondatezza del castello accusatorio, il cui accertamento necessariamente dovrà avvenire in dibattimento”. La ‘Delivery Service Italia’ è stata la prima delle cooperative a fallire in ordine di tempo, nel 2015. Poi, nel 2018, è stata la volta della ‘Europe Service’, e infine della ‘Marmodiv’, dichiarata fallita con sentenza del tribunale, su richiesta della procura fiorentina, il 20 marzo 2019. Tiziano Renzi e Laura Bovoli, anche per Marmodiv ritenu- ti amministratori di fatto, secondo l’accusa avrebbero contribuito a causare il dissesto della società facendo figurare tra l’altro nel bilancio di esercizio 2017 crediti per fatture da emettere, in realtà inesistenti, per un importo di oltre 370 mila euro, in modo da mascherare le perdite. Sempre la Marmodiv poi sarebbe stata usata per emettere fatture gonfiate per operazioni inesistenti per un totale di oltre 200 mila euro nei confronti di Eventi 6, in modo da consentire alla società di famiglia dei Renzi di far figurare costi fittizi, e quindi evadere le imposte sui redditi. Per questa inchiesta i coniugi Renzi due anni fa furono anche arrestati, venendo messi ai domiciliari. Nel capoluogo toscano questo non è il primo procedimento che li coinvolge: nell’ottobre 2019 sono stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione ciascuno in un processo per due fatture false - una da 20.000 e una da 140.000 euro -, che li vedeva imputati insieme all’imprenditore re degli outlet Luigi Dagostino, a sua volta condannato a 2 anni. Il processo di appello, la cui data non è stata ancora fissata, dovrebbe aprirsi comunque prima dell’estate.

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