Rigurgiti neonazi, esposti i giovani
- direzione167
- 5 giu 2022
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RELAZIONE SERVIZI/CON 5G RISCHIO ABUSO PER FINALITÀ OSTILI.CONTE, DIFESA CYBERALTA
di Lorenzo Attaniese

ROMA. Insidiosi rigurgiti neonazisti soprattutto tra i giovani nelle periferie, esposti al rischio della fascinazione dell’azione violenta. Ma anche i nuovi pericoli dalla Libia, con un “afflusso” di mercenari stranieri nel paese nordafricano, la riorganizzazione di Daesh e le nuove minacce derivate dall’avvento della tecnologia 5G. E’ lo scenario dell’ultimo anno descritto attraverso l’analisi degli 007 italiani nella nuova relazione dei servizi segreti al Parlamento.Uno dei temi che preoccupa l’intelligence e che riguarda l’Italia da vicino sono gli estremismi di destra e il fanatismo neonazista dove, accanto a formazioni strutturate, c’è una nebulosa di realtà skinhead e aggregazioni minori. Una galassia frammentata, che condivide temi come la rivendicazione identitaria e l’avversione all’immigrazione, pronta a commemorare il “fascismo delle origini”. La loro opera di accreditamento punta ai giovani nelle periferie urbane e alle fasce popolari più svantaggiate, cavalcando tensioni sociali.Un altro tema caldo sotto la lente dei servizi segreti è la cybersicurezza. A sottolineare i rischi dell’ “arma cibernetica, in tutte le sue declinazioni”, è stato lo stesso capo del Dis, Gennaro Vecchione, definendola uno “strumento privilegiato per manovre ostili, viene utilizzata per indebolire la tenuta dei sistemi democratici occidentali: si tratta di sistemi che possono mettere a rischio le stesse esistenze dei Paesi”. Parole che rientrano nel contesto del cosid- detto ‘5G’, ovvero la quinta generazione tecnologica e super-avanzata, appannag- gio di alcuni attori e fonte di preoccupazioni di altri “rispetto al rischio di abuso delle nuove infrastrutture per finalità ostili”. Una partita che gli stessi servizi definiscono “strategica”.Mettendo in connessione sicurezza cibernetica e sicurezza nazionale, gli 007 pongono l’accento sulla “mancanza di autonomia tecnologica” che caratterizza il mercato digitale italiano ed europeo in genere. E’ per questo importante prevedere “meccanismi di tutela”. Sullo stesso punto è intervenuto il premier Conte, spiegando che “non possiamo permetterci di abbassare la guardia, perché la minaccia cyber pone in termini stringenti l’esigenza di prevenzione e allertamento precoce” e perché “la trasformazione digitale è irreversibile e cambierà profondamente l’economia e la società. Va governata in ogni suo aspetto”.Sul fronte internazionale, invece, la minaccia più seria per l’Italia arriva ancora una volta dalla Libia dove - come ha ribadito anche ieri il premier - “è essenziale” che l’Italia dia un “contributo di primo piano” al processo di stabilizzazione del Paese. La crisi nel paese nordafricano si sviluppa, dicono gli 007, su tre “piani”: uno interno, che riguarda lo scontro politico ideologico tra le tribù di Tripoli e Misurata da un lato e il maresciallo Haftar dall’altro; uno “sottotraccia” che vede coinvolti i vari clan e tribù “alla ricerca di spazi di manovra”, e uno “regionale e internazionale” che ha come protagonista lo “scontro intrasunnita” e che ha generato una sorta di “guerra per procura”. Una situazione che ha ricadute dirette sul nostro Paese: per l’afflusso di mercenari da più parti in Libia ma soprattutto perché, dicono gli 007, l’Is è in piena attività nel sud libico, un territorio ormai abbandonato a se stesso, ed emergono nuove rotte che, attraverso il Sudan, potrebbero essere utilizzate per trasferire i combattenti reduci da Siria e Iraq nel Paese. E’ dunque concreto il pericolo di avere jihadisti a poche centinaia di chilometri dall’Italia anche se, allo stato, “non sono state rilevate evidenze circa l’utilizzo strutturale dei canali migratori clandestini per l’invio di jihadisti in Europa”.Segnali chiari, invece, ci sono sul fronte delle organizzazioni che gestiscono la trat- ta: la crisi le ha “depotenziate”, avvertono gli 007, e, anzi, ha messo in luce la loro “duttilità” e la capacità di adeguare il modus operandi. Nel 2019, ad esempio, si è fatto sempre più ricorso a ‘navi madre’ e agli sbarchi fantasma. Una delle minacce resta il terrorismo jihadista, con la ridefinizione degli assetti organizzativi di Daesh, particolarmente vitale in territori di origine si sta sviluppando in contesti africani ed asiatici, con una marcata, preoccupante concentrazione nel Sahel. E in Italia, come per il resto d’Europa, l’ambiente delle carceri continua ad essere uno dei luoghi che espone ai rischi della radicalizzazione islamista.
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