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“Riprendetevi i terroristi”

SIRIA/STRAGE DI CIVILI AL CONFINE, LA TURCHIA MANDA UN MESSAGGIO ALL’UE



BEIRUT. Stragi di civili nel nord-est e nel nord-ovest della Siria: un’autobomba è esplosa in una cittadina a est dell’Eufrate e al confine con la Turchia, in una zona controllata delle forze di Ankara, uccidendo 14 persone tra cui civili. Mentre raid aerei russi e governativi siriani nella regione nord-occidentale di Idlib hanno ucciso sei civili, tra cui un bambino. Questo mentre il ministro degli Interni turco, Suleyman Soylu, ha detto che la Turchia non intende ospitare a lungo nelle sue carceri i membri dell’Isis catturati durante la recente campagna militare nel nord-est della Siria. Il ministro si è lamentato del fatto che alcuni paesi europei non rispondono alle richieste di Ankara di riprendersi i loro cittadini, accusati terrorismo. Paesi come Olanda, Belgio, Francia e Germania si rifiutano di rimpatriare i loro cittadini e, in alcuni casi, hanno revocato la cittadinanza ai connazionali accusati di “terrorismo”. “La Turchia non è un hotel per i membri dell’Isis”, ha detto Soylu, aggiungendo che la Turchia invierà “nei loro paesi d’origine i membri dell’Isis che abbiamo catturato e che deteniamo”. Le dichiarazioni del ministro turco giungono all’indomani delle notizie circa il trasferimento verso l’Iraq di una cinquantina di jihadisti, detenuti in Siria dalle autorità militari americane. L’offensiva militare turca anti-curda nel nord-est della Siria ha causato la fuga di almeno un centinaio di miliziani dello ‘Stato islamico’ detenuti in precedenza nelle carceri gestite dalle forze curdo-siriane. Dopo l’accordo russo-turco dei giorni scorsi, queste si sono ritirate dalla frontaliera con la Turchia. Proprio lungo il confine, nella cittadina di Tall Abyad, controllata ora dalle truppe di Ankara e dalle milizie arabo-siriane cooptate dalla Turchia, si è verificato il più sanguinosa attentato delle ultime settimane: 14 uccisi, tra cui civili e 21 feriti, molti dei quali in condizioni molto gravi. Il bilancio potrebbe aggravarsi. La Turchia ha accusato le forze curdo-siriane. Finora nessuno ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, che potrebbe essere stato compiuto da diverse entità armate presenti nell’area: l’Isis in cerca di vendetta, dopo l’annuncio dell’uccisione del leader Abu Bakr al Baghdadi. Ma non si escludono nemmeno le milizie vicino al governo siriano, tornato presente nell’area e interessato a infliggere colpi alla Turchia e alle sue forze. Dall’altra parte della Siria settentrionale, nella regione di Idlib fuori dal controllo di Damasco, sei persone, tra cui un bambino, sono morti in un bombardamento aereo russo a sud del capoluogo Idlib. Qui operano miliziani anti regime, e forze qaidiste, oltre a militari turchi che si spartiscono la zona assieme a russi e iraniani

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