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S&P vede bene Italia ed Europa

Economia/Ottimista l’agenzia di rating, la Bce considera transitoria l’inflazione



di Domenico Conti

ROMA. La “Grande riapertura” dell’Europa, con una crescita italiana che sfiorerà il 4,9% e un maxi-stimolo al Pil europeo dal piano Next Generation Eu: Standard & Poor’s vede la svolta per la crescita dell’Unione, sostenuta da vaccini e riaperture, appunto, dell’attività economica. E anche la Bce punta su un’accelerazione, anche se non nasconde rischi e incertezze che ruotano tutti attorno alla gara in corso fra le vaccinazioni da una parte, e le varianti del virus dall’altra. È la fotografia dell’economia europea che arriva dall’agenzia di rating da una parte, dalla Bce dall’altra, che nel suo bollettino economico promette di mantenere una politica monetaria “molto accomodante” per sostenere un’inflazione che sta vivendo una fiammata temporanea. E in un altro documento, il bollettino di ricerca, fa un’apertura potenzialmente dirompente: esaurita la leva del taglio dei tassi, potrebbe toccare alla spesa e agli investimenti pubblici “di qualsiasi dimensione necessaria”, e meglio ancora se frutto di una “capacità di bilancio europea”, traghettare l’economia fuori dalle secche di una trappola di bassa inflazione in cui è caduto il Giappone. Un’affermazione che arriva da un economista senior di Francoforte, ma colpisce se si considera che un tale stimolo fiscale potrebbe sottintendere un ruolo attivo della Bce nel tenere basso il costo del debito. I dati di ieri, intanto, confermano: l’indice Ifo di fiducia delle imprese tedesche vola sopra i 100 punti a giugno, spingendo l’istituto tedesco a dire che la prima economia dell’area euro “si sta scrollando di dosso la crisi del coronavirus”.Le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione negli Usa calano meno del previsto, gli ordini di beni durevoli segnano +2,3% a maggio, deludendo anch’essi le stime degli economisti. Ma la crescita nel primo trimestre si conferma a un +6,3% annualizzato. È il grande rimbalzo, che comincia a scontare il raffronto di un 2021 nel segno delle riaperture con un 2020 depresso, creando un potente effetto-base. Ma anche lo stimolo di bilancio che non riguarda solo il maxi-stimolo del presidente Biden ma anche il pacchetto europeo che ruota attorno a interventi espansivi nei vari Paesi e al ‘Ngeu’ da 750 miliardi di euro. Secondo S&P il ‘recovery’ potrebbe aggiungere “un 1,3%-3,9% al Pil dell’Eurozona nei prossimi cinque anni, a beneficio di paesi come Grecia, Portogallo, Italia e Spagna, riducendo il divario economico all’interno dell’area euro”. L’agenzia di rating ha migliorato la stima di crescita per l’Eurozona al 4,4% quest’anno - dopo un 2020 in cui la recessione ha sfiorato -7% - e al 4,5% nel 2022. E pensa che l’impatto del ‘recovery’ finanziato da eurobond spingerà l’Italia - che arriva da un -9% o scorso anno - al di sopra della media dell’euro, arrivando a +4,9% sia nel 2021 che nel 2022. Numeri in linea con le ultime previsioni di Bankitalia - che vede un 4.9- 5% quest’anno, e che avvalorano le aspettative formulate recentemente dal ministro dell’Economia Daniele Franco di una crescita superiore al 4,5% scritto nel Def. Chi si mantiene più cauto sono le banche centrali: la Bank of En- gland ha non ha toccato minimamente la rotta della politica monetaria di fronte a un rimbalzo dell’inflazione giudicato temporaneo. La Bce promette di tirare dritto col piano pandemico ‘Pepp’ almeno fino a marzo 2022 e comunque fino a crisi pande- mia terminata.

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