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Sale l’export, cresce il Pil italiano

Istat/Commercio mondiale ed economia domestica spingono le stime





di Stefania De Francesco

ROMA. Si profila una crescita migliore del previsto per l’Italia nel 2021 con il Pil che dovrebbe attestarsi a +6,3% secondo l’Istat, che ha alzato la stima di giugno del +4,7%. Ma Natale “potrebbe regalare ancora qualche decimale in più” dice il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta spiegando che sarebbe un “dono” per la “ritrovata fiducia e l’ottimismo delle famiglie e delle imprese italiane”. Per il 2022 il Pil è visto a +4,7%. Nel Rapporto sulle prospettive per l’economia italiana nel 2021-2022, l’Istituto di statistica avverte che l’inflazione, che ha accelerato dall’estate scorsa, si attenuerà solo da luglio prossimo. Intanto, mentre si attende la valutazione del rating da parte di Fitch attesa ieri sera, è migliorato ancora a novembre a 57,6 punti da 54,2 di ottobre (oltre le stime degli analisti che erano di 55,9), l’indice Pmi (purchasing managers index) composito dell’Italia che valuta l’andamento del settore manifatturiero. Più ottimista la previsione per quest’anno dell’occupazione a +6,1% rispetto al 2022 (+4,1%) mentre il tasso di disoccupazione rifletterà la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro, con un incremento nel 2021 (9,6%) e una riduzione nel 2022 (9,3%). L’aumento del Pil sarà determinato soprattutto dalla domanda interna al netto delle scorte. Gli investimenti sosterranno la ripresa e saranno spinti nelle costruzioni dalle agevolazioni fiscali. Anche i consumi delle famiglie saranno in deciso incremento (+5,1% e +4,8%). La revisione al rialzo delle stime di giugno è dovuta, spiega l’Istat, al commercio mondiale che ha dato ulteriore stimolo all’andamento di importazioni ed esportazioni italiane, al prezzo del petrolio (circa 4 dollari a barile nell’anno corrente e 2 per il 2022) e al tasso di cambio che incorpora un apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro più contenuto rispetto a giugno (rispettivamente 1,18 e 1,20). Il miglioramento dell’economia italiana si deve soprattutto ai servizi (+3,4% la variazione congiunturale) rispetto all’industria in senso stretto e alle costruzioni (rispettivamente 0,8% e +0,6%). Forte la spinta di commercio, trasporto, alloggio e ristorazione (+8,6%) con il ritorno alla normalità dopo le numerose e forti restrizioni dovute alla pandemia. E a confermare la fase di recupero sono i segnali provenienti dal clima di fiducia di famiglie e imprese, che tra ottobre e novembre si è mantenuto sui livelli massimi del periodo. La ripresa della domanda e l’eccezionale crescita delle quotazioni del petrolio e dei prezzi delle materie prime agricole, più accentuata nella seconda parte dell’anno, hanno spinto l’inflazione facendo schizzare le tariffe di luce, gas e carburanti che hanno gravato ulteriormente sulle tasche degli italiani. Il ministro Brunetta sottolinea che le “scelte di buon senso fatte dal governo Draghi sulla gestione della crisi hanno funzionato” e regaleranno qualche decimale in più alla crescita a Natale che sarà in sicurezza grazie alle “azioni che hanno permesso ai cittadini e alle aziende di ritornare alla normalità” dopo le fasi peggiori del Covid. L’Unione Nazionale Consumatori osserva però che la stima dell’Istat sulla spesa delle famiglie è “positiva, ma su quella del 2022 pesa l’incognita inflazione” e il Codacons rincara affermando che se l’inflazione continuerà a crescere anche nel 2022, “gli effetti sui consumi delle famiglie saranno devastanti, con ripercussioni negative sul commercio e sull’economia nazionale” per cui chiede al governo di frenare l’escalation dei prezzi “sterilizzando Iva e accise sui carburanti

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