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Salvini: un tavolo per tutti

QUIRINALE/LA MOSSA DEL LEADER DELLA LEGA. LETTA: “VOTO SOLTANTO NEL 2023”



di Giampaolo Grassi

ROMA. Ci aveva provato Enrico Letta, proponendo un tavolo di maggioranza sulla Manovra, anche se tutti avevano subito capito che sarebbe stata una prova d’orchestra in vista della campagna per il Quirinale. Adesso Matteo Salvini rilancia, allargando lo spettro: “Chiamerò tutti i segretari dei partiti - ha detto - dal più piccolo al più grande, per dire: sediamoci intorno a un tavolo e parliamo” del Colle. Qualche tempo fa, il tentativo del segretario Pd si è arenato quasi subito. Al momento, anche l’invito del leader della Lega è rimasto un po’ appeso: nessuna adesione pubblica da parte dei destinatari. Da sinistra a destra, il mantra è: il capo dello Stato deve essere eletto dalla più ampia maggioranza possibile. Ma, per adesso, il punto di convergenza non si delinea. Nei corridoi si continuano a fare i nomi del presidente del consiglio, Mario Draghi, e di Sergio Mattarella per il bis. Ma sono solo scenari. Letta si è detto comunque fiducioso: “Sono sicuro che il nostro Paese avrà a fine gennaio un presidente, o una presidente, eletto a larga maggioranza e rapidamente”. Ma l’alleato di governo Matteo Renzi non è apparso dello stesso avviso: “Per me il presidente della Repubblica bisognerebbe eleggerlo tutti insieme, ma penso che sia difficile”. Se, da una parte, l’avvicinarsi della fine dell’anno dà aria alle disquisizioni sul Colle, dall’altra mette i partiti di maggioranza nella necessità di dover decidere sullo stato di emergenza, che scade il 31 dicembre. Le valutazioni sulla proroga o meno saranno legate alla situazione della pandemia, un aspetto che potrà incidere anche nel dibattito sulla scelta del prossimo Capo dello Stato. “Se per mantenere la situazione migliore degli altri Paesi Ue è necessario prorogare lo stato di emergenza, noi siamo a favore”, ha detto Letta. Una posizione che non è condivisa da tutti, in maggioranza. Salvini, per esempio, ha preso tempo: “Ne parleremo quando ce lo proporranno, ma spero che il peggio sia alle spalle”, ha detto nei giorni scorsi. In tema Quirinale, anche a destra fatica a delinearsi una strategia comune. Salvini ha chiesto “un presidente della Repubblica scelto in condivisione”. E non sembra esattamente la via maestra per arrivare a Silvio Berlusconi, che da mesi è al lavoro con Forza Italia per diventare il candidato unico dello schieramento. “La Lega ha l’onore di guidare un centrodestra che ha le carte giuste per essere protagonista della scelta di un presidente che, finalmente, non abbia in tasca la tessera del Pd”, ha spiegato Salvini, indirettamente rimarcando il primato su FdI e dimenticando ogni riferimento alle ambizioni del cavaliere. E trovando una pronta sponda da Renzi: “Avete il 45% dei grandi elettori, siete voi i kingmaker”, ha detto il leader di Iv alla festa di Fratelli d’Italia, Atreju. Poi, come a scacciare preventivamente un’accusa: “La nostra è connivenza col nemico? Assolutamente no”, ha detto il leader di Iv. Insomma, la scena appare ancora piuttosto sfuocata. Al di là dell’ufficiale ricerca di condivisione, ogni partito gioca la propria partita. E prevalgono i sospetti. Come quello di Renzi, convinto che gli altri leader stiano lavorando per andare al voto nel 2022, subito dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Letta lo ha smentito: “Costruiremo un’alleanza ampia, democratica, progressista in vista delle prossime elezioni politiche che ci saranno nel 2023, non prima”. Sul totonomi per il Quirinale non c’è che l’imbarazzo della scelta.

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