Sanders sfida Amazon
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
VUOLE CHE UNO DEI DIPENDENTI DEPONGA AL SENATO. BEZOS LO SNOBBA

di Serena Di Ronza
NEW YORK. Bernie Sanders sfida Amazon riaccendendo uno scontro a distanza con Jeff Bezos che va avanti da tempo. Con l’obiettivo di presentare le due facce dell’America, quella dei paperoni e quella della classe lavoratrice, il senatore ha deciso di portare uno dei dipendenti di Amazon in Congresso per un’audizione sulla disparità dei redditi e ha invitato lo stesso patron a partecipare. Ma Bezos ha declinato. Per Sanders comunque il ‘no’ non è un problema, anzi rafforza la tesi dell’ala sinistra del partito democratico di un’America a due velocità, dove i ricchi non fanno abbastanza per il resto della popolazione. E la scelta di portare Bezos ad esempio fra tutti i paperoni americani non è causale. Il patron di Amazon non solo è l’uomo più ricco al mondo, è anche colui che con la sua società si oppone alla sindacalizzazione dei lavoratori. Sanders sta cavalcando in queste settimane il caso dell’impianto Amazon di Bessemer, in Alabama, dove i 6.000 dipendenti stanno votando per la creazione di un sindacato. Le procedure di voto sono iniziate in febbraio e proseguiranno fino al 29 marzo: è la prima volta che un intero impianto di Amazon negli Stati Uniti ha la possibilità di votare ed esprimersi sulla propria sindacalizzazione. L’azienda però si oppone, citando stipendi sopra il salario minimo e benefit. Di recente anche Joe Biden si è schierato con i lavoratori di Amazon: senza citare il colosso, ha detto a chiare lettere che “la scelta di sindacalizzarsi è dei lavoratori, non del datore di lavoro”, aggiungendo poi che nel processo di voto “non ci devono essere intimidazioni, coercizioni, minacce o propaganda anti-sindacale”. “Bezos, il più ricco al mondo, è per molti aspetti emblematico del capitalismo senza limiti a cui stiamo assistendo in America. E’ stato invitato per spiegare agli americani come mai ritiene appropriato spendere soldi per negare la dignità ai dipendenti di Bessemer che vogliono creare un sindacato quando lui con la pandemia è diventato 78 miliardi di dollari più ricco e vale 183 miliardi”, ha tuonato Sanders. Bezos è stato infatti uno dei maggiori beneficiari della pandemia, che ha riempito ancora di più i portafogli anche di altri paperoni americani. Secondo alcune stime, i 9 uomini più ricchi d’America - Elon Musk di Tesla, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Facebook, Larry Page e Sergey Brin di Google, Larry Ellison di Oracle, Bill Gates di Microsoft, Michael Dell di Dell Tecnologies e l’ex amministratore delegato di Microsoft Steve Ballmer - si sono arricchiti nel 2020 di complessivi 360 miliardi. Una cifra record che, secondo alcuni, conferma le ampie disparità di cui parlano Sanders e i democratici. I loro guadagni sono infatti di poco inferiori ai 410 miliardi di dollari destinati agli americani dal piano Biden da 1.900 miliardi.
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