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Semplificazione e velocità

RECOVERY/IL GOVERNO VUOLE DIMOSTRARE A BRUXELLES LA CAPACITÀ SPENDERE TUTTI I FONDI



di Silvia Gasparetto

ROMA. Tagliare i tempi per le autorizzazioni, snellire la burocrazia, accelerare la transizione digitale della pubblica amministrazione e gli appalti: è “correre” l’imperativo del governo che con il nuovo decreto Semplificazioni deve dimostrare a Bruxelles che l’Italia questa volta sarà capace di spendere tutti gli oltre 200 miliardi del Recovery. Ma ancora prima di vedere la luce le nuove corsie preferenziali per le opere del Piano di ripresa e resilienza già mettono in allarme i sindacati che, dice Maurizio Landini, sono pronti anche allo sciopero. A preoccupare le organizzazioni dei lavoratori, Cgil in testa, sono le nuove regole per gli appalti che filtrano dalle prime bozze del decreto, che dovrebbe essere approvato la prossima settimana insieme alla governance del Recovery e al decreto sul reclutamento nella P.a. che, come ha annunciato il ministro Renato Brunetta, dovrebbe introdurre una piattaforma unica da cui selezionare tecnici esperti delle varie materie, senza concorso ma confrontando i curriculum, sul modello “Linkedin”. Le bozze che al momento sono ancora oggetto di riunioni continue tra i tecnici dei vari ministeri, almeno nel loro schema generale, saranno anticipate agli uffici della Commissione Ue: per gli appalti si preannuncia una proroga fino al 2026 delle deroghe introdotte la scorsa estate dal governo Conte ma con alcune novità indigeribili per i sindacati come la liberalizzazione del subappalto (sparirebbe la soglia massima del 40% di lavori che chi vince una gara può affidare ad altri) e la possibilità di aggiudicarsi l’appalto sulla base del “prezzo più basso”. Ma cambierebbero anche le soglie per gli affidamenti diretti - già modificate più volte negli ultimi anni: si da 75.000 a 139.000 euro la soglia dei contratti senza gara di servizi e forniture, negli altri casi ci sarebbe procedura negoziata senza bando per i lavori tra 150.000 euro e un milione, e la consultazione invece di almeno dieci operatori solo per le opere oltre il milione. Le tensioni sul maxiprovvedimento, però, si erano registrate anche tra i ministeri, in particolare tra Ambiente e Cultura: la mediazione di questi giorni avrebbe portato all’introduzione di un nuovo sistema più semplice e rapido per le autorizzazioni paesaggistiche, con partecipazione a monte delle decisioni sui luoghi dove collocare le infrastrutture, e alla creazione di una Soprintendenza unica per le opere del Pnrr. Anche al Mite si accelererebbero i tempi per la VIA, la valutazione di impatto ambientale, con l’istituzione di una sorta di ‘supercommissione’ con 40 esperti, oltre all’identificazione di progetti “indifferibili” legati alla transizione ecologica. Tra i capitoli di un testo che per ora si ferma alla quarantina di norme, anche la semplificazione del Superbonus al 110% per i condomini - mentre l’estensione agli alberghi entra ed esce dalle varie versioni e, viene spiegato, le valutazioni sarebbero ancora in corso. C’è poi l’annunciata riforma delle Zes, l’accelerazione per la posa della banda larga e anche per la ristrutturazione, il cablaggio e la messa in sicurezza delle scuole, con nuove linee guida del ministero che avrà poteri sostitutivi se le amministrazioni saranno troppo lente. Una stretta arriverà poi contro gli uffici che frenano la transizione digitale della P.a., con l’Agid - l’Agenzia per il digitale - che avrà il compito di vigilare sul rispetto del Codice dell’amministrazione digitale (nato nel 2005): l’agenzia potrà chiedere spiegazioni alle amministrazioni ritardatarie e se i dati forniti non saranno completi o “non veritieri” potrà sanzionarle con multe da 10mila a 100mila euro. Delle violazioni accertate, peraltro, risponderanno, come già era previsto per il Codice, anche i dirigenti (con sanzioni che possono arrivare, come negli altri casi, a tagli della parte variabile della retribuzioni o alla revoca dell’incarico).

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