Si allunga l’elenco delle vittime
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Manager arrestato/Altre testimonianze si aggiungono a quelle delle giovani sentite nei giorni scorsi

di Manuela Messina
MILANO. Il racconto di altre due ragazze, presunte vittime di violenze, è stato raccolto e messo a verbale ieri dagli inquirenti nell'indagine a carico di Antonio Di Fazio, l'imprenditore del settore della farmaceutica arrestato venerdì scorso per avere narcotizzato con tranquillanti e violentato una studentessa universitaria 21enne, lo scorso 26 marzo. Queste nuove testimonianze, messe nero su bianco, si aggiungono a quelle di altre giovani già sentite nei giorni scorsi dalla pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella. Tanto che le presunte vittime, per cui si stanno mettendo in fila i riscontri, potrebbero essere già salite in totale a sette e, inoltre, si stanno rivalutando le denunce, che risalgono a quasi una decina di anni fa e che presentò l'ex moglie (dovrebbe essere ascoltata nei prossimi giorni). In più, altre donne potrebbero farsi avanti e sono in corso identificazioni. Tutti racconti che potrebbero offrire dettagli utili alle molteplici piste investigative già aperte e dare spunti a quelle non ancora battute. Il lavoro della Procura, infatti, si avvale ora del contributo anche della Direzione distrettuale antimafia milanese guidata dalla procuratrice Alessandra Dolci. L'imprenditore 50 enne era amministratore unico di Global Farma, un'azienda creata in piena pandemia e che da quando è scoppiata l'emergenza ha iniziato a vendere prodotti anti-covid con ricavi milionari. Una storia manageriale che merita approfondimenti sia sul fronte patrimoniale (oltre ai carabinieri indagano anche la Gdf e il pm Pasquale Addesso) che su quello relativo a possibili legami con la 'ndrangheta. L'imprenditore, che avrebbe tenuto segregate ragazze anche per settimane, le minacciava, tra l'altro, anche paventando legami con personagg della criminalità organizzata, su cui ci sono accertamenti. Dieci anni fa il nome di Di Fazio era già venuto a galla col ruolo di vittima quando, sul lastrico e con una società in crisi (al vaglio anche presunti episodi di truffe immobiliari), ottenne dalla famiglia di 'ndrangheta Valle-Lampada un prestito di 40 mila euro a tassi usurari. L'aspetto principale su cui si sta concentrando il dipartimento Fasce deboli della Procura, comunque, è l'ipotesi dell'esistenza di un "sistema" fatto di complici che lo aiutavano a selezionare le donne (si indaga su una "rete"), di inviti in azienda e nel suo lussuoso appartamento in centro a Milano, di finte offerte di stage e lavoro nell'azienda che amministrava, e di minacce dopo le violenze. Ma inevitabilmente, si cercano pure riscontri alle parole di chi lo conosceva bene e naturalmente anche dei suoi familiari. Il ruolo della sorella, in primis: medico oncologo presso una clinica di San Marino. Era lei a scrivere le ricette delle benzodiazepine, poi utilizzate dal fratello per stordire le vittime per renderle inermi. Sentita dagli inquirenti, la donna ha continuato a difendere il fratello, il quale aveva pure denunciato una presunta estorsione, mai avvenuta, da 500mila euro da parte della 21enne. Anche l'ex 'fidanzata’ di Di Fazio, infine, sarebbe stata da lui soggiogata e avrebbe subito abusi.
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