Si dimette il genero di Erdogan
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
BERAT ALBAYRAK LASCIA IL MINISTERO DELLE FINANZE. LA LIRA TURCA VOLA
di Cristoforo Spinella

ISTANBUL. È bastato un suo addio, annunciato con un poco istituzionale post su Instagram, per cambiare verso alla vorticosa crisi valutaria in Turchia. Dopo due anni da ministro delle Finanze, l’euforia degli investitori accompagna il passo indietro di Berat Albayrak. Il genero del presidente Recep Tayyip Erdogan abbandona la nave in tempesta e la lira turca vola. Una svolta iniziata nel fine settimana, a mercati chiusi, con la nomina a governatore della Banca centrale dello stratega del bilancio presidenziale Naci Agbal, ritenuto più ortodosso dell’uscente Murat Uysal, che in meno di un anno e mezzo aveva ridotto di decine di miliardi di dollari le riserve di Ankara in valuta forte nel vano tentativo di frenare la caduta della moneta. Poche ore dopo sono arrivate le dimissioni di Albayrak, ritenuto corresponsabile di una crisi che dall’inizio dell’anno aveva portato la lira turca a perdere un terzo del suo valore contro le principali valute. “Per caso guadagnate in dollari?”, aveva replicato piccato qualche tempo fa il genero del presidente alle critiche sulla perdita di potere d’acquisto dei turchi. Del resto, sottolineano fonti di palazzo, tra Albayrak e Agbal da tempo non correva buon sangue. E non manca chi ha notato la coincidenza con la sconfitta elettorale di Donald Trump e la conseguente perdita del canale privilegiato con la Casa Bianca offerto dal rapporto con l’altro genero presidenziale, Jared Kushner. La risposta dei mercati al cambio di timoniere, prima ancora che di rotta, è stata inequivocabile. In poche ore di contrattazioni, la lira ha recuperato il 5% su euro e dollaro, record da due anni. Una svolta che tocca molto da vicino la famiglia presidenziale e potrebbe anche indurre un rimpasto di governo. Sposato dal 2004 con la figlia maggiore di Erdogan, Esra, con cui ha avuto 4 figli, rampollo di uno dei maggiori conglomerati finanziari del Paese che controlla diversi media filo-governativi, Albayrak è stato finora al centro del cerchio magico del capo dello stato. A 42 anni, ne ha alle spalle già 5 come ministro di Energia e Finanze. Nel suo messaggio d’addio ha parlato di “problemi di salute”, spiegando di volersi dedicare maggiormente proprio alla famiglia. Ma il suo abbandono rischia di scatenare uno smottamento politico. Tutto dipenderà dalla reazione del suocero-presidente, che ha trascorso 24 ore alla finestra e non ha ancora accettato uffi- cialmente le dimissioni. Del resto, ad aprile rispedì al mittente quelle dell’altro peso massimo del suo governo, il ministro dell’Interno Suleyman Soylu, travolto dalle critiche per la caotica gestione del primo coprifuoco per il Covid-19. Un silenzio istituzionale accompagnato da un ancor più surreale blackout mediatico. Mentre i social media impazzivano tra commenti e speculazioni, e la notizia rimbalzava sui siti di tutto il mondo, la gran parte di tv e giornali in Turchia ha ignorato la notizia. Un commento di Ankara è atteso forse in serata. Intanto, i mercati hanno dato il loro parere.
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