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SOLAMENTE TU

Il cortometraggio premiato a Cortinametraggio 2021

di Simona Balduzzi


titolo originale: Soloamente Tu’

anno: 2021 Paese: Italia durata: 20’ genere: drammatico , thriller soggetto: Emiliano Locatelli regia: Emiliano Locatelli produzione: Whitedust Production

distribuzione: Siberia Distribution

sceneggiatura: Emiliano Locatelli, Enzo Salvi

fotografia: Tommaso Aramini formato di proiezione : DCP , colore

musiche : Emanuele Braga cast : Enzo Salvi, Ivan Boragine , Emy Bergamo, Leonardo Bocci, Andrea Di Giambattista , Chiara Polidoro, Ivano Zanchi, Danilo Cristofaro, Emiliano Locatelli, Fabrizio Pacifici ,Chiara Alessandrini.


QUANTO GRANDE E’ LA FORZA DEL DENARO, TANTO GRANDE E’ LA MIA FORZA.

Finalista alla XVI esima edizione di Cortinametraggi, il Festival creato da Maddalena Mayneri ed Enzo Salvi premiato per la recitazione. -

Il Festival è stato creato da Maddalena Mayneri e che ogni anno rinnova il suo prestigio. ‘Solamente tu’ , auto-prodotto e sostenuto da Latina Film Commission , è il corto diretto da Emiliano Locatelli , scritto a quattro mani con l’attore Enzo Salvi : il lavoro si contraddistingue per appeal e competenza.

La vicenda - nata da un’idea dell’attore , qui in un’ inusuale veste drammatica - sottolinea la fortuna dell’amore incondizionato di Peggy ( cane del protagonista) , che non smette di amare il suo padrone a prescindere dalle circostanze.

Il corto resta impresso , sorprendendo per l’inaspettata tridimensionalità dei significati che lascia trapelare ; rivelazioni delle quali lo spettatore gode solo ad un’introspezione posteriore.

All’immediato soggetto narrativo infatti , che racconta il declino di un imprenditore all’apice del successo, si accompagna un potente aneddoto che arriva dritto allo spettatore ,simile ad un impattante punto di svolta e lo accompagna a ritmo serrato verso un terzo implicito , alimentando una curiosità ad effetto matrioska . Elemento complice e fonte d’ispirazione, il concetto marxiano di materialismo dialettico: superando infatti il puro meccanicismo -( qui strategico il gancio delle prime metafore)- si arriva alla dinamica contraddittoria delle forze opposte , ‘fuse e confuse’ , al pari delle classi sociali. Intensa e coinvolgente, la storia non trascura l’espressione violenta di una realtà nella quale lo spettatore finisce per ritrovarsi ed al contempo regala nella splendida fotografia, una scenografia che sembra strizzare l’ occhiolino al design: bilanciamento , colori a contrasto e geometrismi , incantano tanto quanto la prospettiva ricorrente; raccordi tra primi e primissimi piani , dettagli e scavalcamenti di campo , vengono abilmente potenziati da musiche che sottolineano il pathos dei momenti cruciali ( tra queste, il brano ‘Io amo’ di Fausto Leali , riarrangiato da Emanuele Braga e Danilo Cristofano ).

Le panoramiche aeree prendono per mano lo spettatore e lo guidano in un vero e proprio viaggio introspettivo, dove il gancio è comprensibile fin da subito, mentre la sua eco si avverte solo a posteriori, quando lo spettatore sembra accorgersi che perfino il titolo può risultare ‘triassico’ nella sua interpretazione: l’ unicità dell’amore di Peggy ; il peso e la responsabilità delle proprie azioni ; l’aneddoto personale del regista.

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