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Spread: bufera su Lagarde, la Bce corregge il tiro


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ROMA. La Bce corre ai ripari dopo lo scivolone di Christine Lagarde che aveva fatto impennare lo spread dicendo che "non siamo qui per chiudere gli spread": Francoforte corregge il tiro spiegando come funzionerà la flessibilità degli acquisti di bond. Che - spiega il governatore di Bankitalia Ignazio Visco - permetterà se serve acquisti 'mirati' verso i bond di un Paese in difficoltà. Come l'Italia.Il day after dell'uscita della presidente francese della Bce, insomma, è tutto un correre a precisare, spiegare fra le righe che l'Italia, alle prese con l'impatto pesantissimo del coronavirus, sulla crescita e sui conti pubblici, non sarà lasciata sola. Perché nel frattempo la bagarre politica rimbalza da Roma, a Bruxelles, fino a Francoforte. Paolo Gentiloni, il commissario Ue agli Affari economici al centro del negoziato che consentirà all'Italia di far fronte all'emergenza senza dover fare i conti con i parametri europei di bilancio, riassume così: "Credo che abbia fatto bene Lagarde a precisare che la Bce è impegnata a ridurre i rischi di fragilità nelle economie Ue".Un'uscita, quella della ex numero uno dei Fmi, che "spero sia solo un errore di comunicazione", dice il leader di Iv Matteo Renzi. Ma sul fronte nazionalista è l'occasione per alzare il tiro contro l'Europa: valuteremo la possibilità di chiedere un risarcimento economico a chi si è reso respon- sabile di questo disastro", tuona il leader della Lega Matteo Salvini. Il governo "chieda la rimozione di Lagarde", dice la Presidente di FdI Giorgia Meloni. Per l'Europa "un brutto risveglio, stamattina", osserva più prudente il presidente dell'Europarlamento David Sassoli.E anche la stampa tedesca, nonostante la maggior vicinanza mostrata da Lagarde agli interessi di Berlino, parla di "silenziosa nostalgia per Mario Draghi", parla di una nuova leader della Bce che "non fa esattamente una buona figura nella crisi", e "soprattutto una frase (quella sugli spread in una fase tanto delicata, ndr) solleva indignazione". E così, dopo essere volato giovedì fino a 266 sull'onda delle parole della presidente della Bce, lo spread chiude in calo a 233. E anche le Borse riprendono il fiato dopo la recente ondata di perdite e il crollo di giovedì, con Milano a +7,1% dopo un rimbalzo a +15%, Francoforte a +0,77%, Parigi a+1,83%.Il Dow Jones a NewYork sfiora +5% con Trump che pare intenzionato a riprendere in mano la situazione dichiarando emergenza nazionale per il virus.Sui mercati aveva pesato non tanto la frase sullo spread ma al mancato taglio dei tassi ieri e al quantitative easing aumentato di soli 120 miliardi da qui a fine anno. Ed ecco che il consigliere esecutivo irlandese Philip Lane spiega che la Bce "si riserva la possibile opzione di futuri tagli dei tassi". E per sopire il polverone sulla sulla frase della presidente, il suo braccio destro spiega: "siamo pronti a fare di più, e ad adottare tutti i nostri strumenti" contro la fiammata degli spread da coronavirus. Anche Visco, in un'intervista a Bloomberg tv, rassicura: al di là delle difficoltà di comunicazione, guardiamo alla sostanza: la Bce "può concentrare gli acquisti di titoli di stato" su "un unico Paese" per far fronte a situazioni d'emergenza sui bond. Insomma quei 120 miliardi di acquisti di debito, anziché essere cadenzati da un ammontare fisso mensile e divisi fra i Paesi secondo la regola della capital key, possono essere utilizzati in maniera 'mirata'.Ad esempio per calmierare lo spread italiano, o portoghese quando fosse necessario. Una sorta di dietro front rispetto al messaggio che ai mercati aveva dato l'impressione che sullo spread i Paesi devono badare più a se stessi, che in una fase di emergenza economica straordinaria aveva innescato una pioggia di vendite.I 'falchi' all'Eurotower avrebbero voluto mettere in chiaro che il Qe di Draghi serve all'inflazione: per gli spread c'è il bazooka chiamato 'Omt', quello di Draghi. Che però richiede la condizionalità. Temi che in questa fase, da Bruxelles alla Bce, si preferisce mettere da parte: meglio tamponare l'emergenza ,dare mano libera all'Italia sulla spesa (anche se sarà debito che prima o poi finirà nei conti nazionali) e cercare di approntare un piano 'antivirus' che non era affatto scontato: gli Stati si sono tenuti ben strette le competenze sulla sanità. E all'improvviso si scoprono nudi, e bisognosi dell'Europa, di fronte a una crisi globale che da soli non sanno affrontare.

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