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'Stop veleni sullo Spallanzani',D'Amato vede...




ROMA, 30 MAR - Basta veleni sullo Spallanzani. I dirigenti sanitari e amministrativi dell'ospedale romano, centro di ricerca d'eccellenza, scrivono all'assessore alla sanità Alessio D'Amato per rigettare "in toto interpretazioni fuorvianti che in questi giorni stanno circolando a mezzo stampa su presunte 'spy story". La vicenda è quella del trial del vaccino Sputnik allo Spallanzani e della collaborazione scientifica con i ricercatori dell'istituto Gamaleya di Mosca. Collaborazione subito sospesa dopo la guerra in Ucraina. Per fugare ogni ombra, alla vigilia della riunione della commissione regionale della sanità che dovrebbe deliberare la nomina del nuovo direttore dello Spallanzani che vede in pole il professor Francesco Vaia, oggi l'assessore alla Sanità D'Amato ha voluto incontrare sul tema il sottosegretario Franco Gabrielli, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. "Ho avuto nel pomeriggio un colloquio con la massima autorità per la sicurezza della Repubblica che conferma la totale fiducia nel più importante Istituto di Malattie Infettive italiano e che nulla di concreto sussiste rispetto ad alcune ricostruzioni giornalistiche -ha detto D'Amato-. Difendo lo Spallanzani, la sua comunità, i suoi vertici dirigenziali per lo straordinario impegno profuso da oltre due anni, che non può in alcun modo essere macchiato da ricostruzioni senza alcun fondamento". E a difendere la professionalità dell'Istituto in una lettera aperta anche tutti i capi Dipartimento, la Direzione scientifica, i primari, i dirigenti sanitari e amministrativi. Articoli di stampa ipotizzano un possibile accesso alle banche dati dello Spallanzani, che contengono anche informazioni sui sieri da usare in caso di armi batteriologiche, da parte dei ricercatori dell'Istituto Gamaleya. Circostanza smentita dallo stesso Vaia oggi su Repubblica. E sempre sullo stesso quotidiano viene riportata un'altra circostanza, rivelata da La Stampa, che a Vaia non risulta (rpt: che a Vaia non risulta) ovvero l'offerta di 200 mila euro che qualcuno della delegazione russa avrebbe fatto ad un dirigente. "So - dice Vaia a Repubblica- che non fu sporta alcuna denuncia. Ove emergessero elementi anche di solo sospetto, non esiterei ad intraprendere tutte le azioni legali a tutela dell'Istituto". "Lo Spallanzani non ha mai effettuato sperimentazioni sul vaccino Sputnik-V né abbiamo provato a farlo approvare saltando le normali procedure: non siamo la scorciatoia di nessuno -continua sullo stesso quotidiano Vaia- Lo Spallanzani non ha mai abbandonato il vaccino di ReiThera per concentrarsi su Sputnik-V. Sono stati due percorsi di ricerca totalmente distinti. E se non siamo andati mai a Mosca, come previsto, è per la recrudescenza dell'epidemia ed i nostri impegni assistenziali". Poi l'invasione dell'Ucraina e l'accordo saltato.

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