Sì al secondo mandato
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
M5S/VIA LIBERA ALLA RICANDIDATURA DI VIRGINIA RAGGI A ROMA

di Francesca Chiri
ROMA. Il Movimento 5 Stelle porta a casa il Sì degli iscritti al secondo mandato per i sindaci e alla possibilità di sottoscrivere intese locali con altri partiti. In sostanza un ok alla ricandidatura di Virginia Raggi a Roma e a stringere alleanze con il Pd sul territorio e segnatamente nelle grandi città dove in prospettiva si andrà a voto come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. E’ un cambio di prospettiva, una virata, su cui ha messo il cappello il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che da oggi riconquista un ruolo centrale nel dialogo con il Pd. “Da oggi inizia una nuova era per il Movimento 5 Stelle nella partecipazione alle elezioni amministrative” esulta l’ex capo politico che commenta: “Oggi abbiamo scelto di incidere. Oggi abbiamo scelto di provarci. Si riparte ascoltando i territori”. Anche il leader del Pd , Nicola Zingaretti, accoglie favorevolmente il responso delle urne pentastellate (“un fatto positivo. Siamo un’alleanza tra forze diverse che rimangono diverse, ma per governare bisogna essere alleati, non si può essere avversari”) ma delinea subito i contorni di quella che potrà essere l’intesa per Roma: “Non sosterremo mai la ricandidatura della sindaca Raggi” mette in chiaro. Sulle declinazioni future dell’esito del voto odierno, sia per quanto riguarda l’estensione ai parlamentari della fine del tetto ai due mandati, sia per quanto concerne il ribilanciamento dei rapporti di forza interni al M5s arriva invece l’altolà di Davide Casaleggio. Il figlio del fondatore del Movimento ed animatore della piattaforma Rousseau su cui si è svolta la consultazione mette infatti subito i suoi paletti. Da custode dell’ortodossia 5 Stelle chiarisce: “Da oggi i parlamentari e consiglieri regionali potranno riportare la loro esperienza nei comuni, e viceversa” precisa a chi già pensa di trasportare anche agli eletti alle Camere la fine del vincolo del doppio mandato. Come dire, il “terzo giro” in politica i parlamentari lo potranno fare solo candidandosi nei territori. Poi smorza le mire del gruppo dirigente. “Il MoVimento in questi anni ha sempre dimostrato che le decisioni si prendono tutti assieme. Il vero organo collegiale decisionale del movimento sono sempre stati gli iscritti “. In ogni caso il risultato del referendum, seppure non molto partecipato rispetto ad altre consultazioni (alle due votazioni il totale si ferma a 48.975 iscritti, l’80,1% per l’ok alla ricandidatura della Raggi, il 59,9% ad alleanze sui territori), mette al momento la sordina a tutta quell’area del Movimento che protestava. Il capo politico, Vito Crimi, che ha telefonato a Virginia Raggi per congratularsi, cerca di mediare. Il voto di oggi non significa “consentire automaticamente ogni tipo di alleanza pre-elettorale con chiunque” rassicura. Anche il “braccio destro” di Luigi Di Maio in Campania, Luigi Iovino, prova a smorzare gli animi: sul tema delle alleanze “i territori devono avere sempre l’ultima parola” e “maturare non significa abdicare ai nostri principi”. Ma tra i parlamentari sono parecchi ad aver votato contro. La lamentela corre nelle chat: Emanuela Corda, Sabrina De Carlo, Giovanni Vianello, Elisa Siragusa, Gabriele Lorenzoni , Fabio Berardini sarebbero tra quelli che protestano. Anche la tempistica della consultazione, sotto ferragosto e senza un giusto preavviso, agita gli eletti. Anche Giuseppe Brescia con Dalila Nesci, animatrice del gruppo Parole Guerriere, chiede ora la convocazione degli Stati Generali per procedere ad una vera e sistematica riorganizzazione del Movimento. Ma lo scontro per ora è rinviato alla ripresa dei lavori e soprattutto a dopo i risultati delle prossime regionali. La macchina per la definizione delle alleanze, tuttavia, già si muove. Il sindaco di Pesaro già vede un accordo nelle Marche: “Sapevo che a Pesaro avremmo anticipato i tempi. Ora basta tentennamenti, si faccia l’alleanza nelle Marche per Maurizio Mangialardi Presidente”. E’ “un’ipotesi che non prendo nemmeno in considerazione e meno che mai con l’attuale candidato del Partito democratico” gli replica a stretto giro Gianni Mercorelli, al momento candidato alla presidenza della Regione Marche per i 5 Stelle.
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