Talebani alle porte di Kabul
- direzione167
- 5 giu 2022
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AFGHANISTAN/GHANI ANNUNCIA NEGOZIATI. LE AMBASCIATE SMOBILITANO

ROMA. Una “rimobilitazione” dell’esercito per resistere all’avanzata dei Talebani e allo stesso tempo l’avvio di “consultazioni” per arrivare a un cessate il fuoco che risparmi a Kabul un attacco sanguinoso degli insorti. Sono segnali contrastanti quelli lanciati
dal presidente afghano Ashraf Ghani in un discorso televisivo di fronte all’avanzata apparentemente inarrestabile delle forze jihadiste, le cui avanguardie, secondo fonti locali, si troverebbero a non più di 11 chilometri dalla capitale. Intanto le ambasciate occidentali smobilitano. L’Italia ha avviato le misure per il rientro del personale della sede diplomatica, mentre rimarrà un presidio presso l’aeroporto di Kabul, dove si stanno trasferendo la maggior parte altre ambasciate. Anche gli Usa hanno iniziato l’evacuazione dei loro diplomatici: secondo media americani, alcuni membri dello staff sono già arrivati all’aeroporto, protetto dalle truppe americane. Gli Usa hanno elevato da 3.000 a 5.000 il numero dei soldati da impiegare per un ritiro “ordinato e sicuro” del personale americano e alleato e per gli afghani che hanno aiutato l’esercito statunitense. E il presidente Joe Biden ha avvertito i Talebani che “ogni azione che mette a rischio il personale Usa o la nostra missione (diplomatica, ndr) ricevera’ una rapida e forte risposta militare Usa”. L’ambasciata italiana ha inoltre invitato tutti i connazionali a lasciare il Paese, mettendo a loro disposizione per domani un volo dell’Aeronautica militare. Mentre è stato deciso che i visti per gli ex collaboratori afghani non saranno più concessi dall’ambasciata a Kabul ma direttamente a Roma. A Kabul “si respira grande preoccupazione, chi può prova a fuggire e gli aerei sono pieni”, ha detto all’Ansa Alberto Zanin, medical coordinator dell’ospedale di Emergency. Lunghe file si sono formate davanti alle banche per ritirare denaro. Washington afferma che Kabul non è oggetto di una “minaccia imminente”, ma il personale della sua sede diplomatica è al lavoro per distruggere documenti riservati e simboli americani che potrebbero essere usati a scopi di propaganda dai Talebani. Anche Gran Bretagna, Spagna, Germania e Olanda stanno riducendo al minimo il loro personale. In arrivo a Kabul per assistere nelle evacuazioni sono anche truppe britanniche, tedesche e australiane. I Talebani hanno annunciato di essersi impadroniti dei capoluoghi di altre tre province, quelle di Patika e Paktika nel sud e quella di Kunar nell’est. Ma per loro il successo più importante della giornata è la conquista di Mazar-i Sharif, nel nord. Secondo residenti contattati dall’agenzia Afp, gli insorti sono entrati anche in questa che è la quarta città del Paese e tradizionale roccaforte delle milizie anti-Talebani, tra cui quelle del signore della guerra Abdul Rashid Dostum, di etnia uzbeka. Attualmente 26 dei 34 capoluoghi del Paese sono caduti nelle mani dei Talebani e, secondo una rappresentante del consiglio provinciale locale, le avanguardie degli insorti si sono spinte fino al distretto di Char Asyab, 11 chilometri a sud di Kabul. Intanto un tentativo di controffensiva governativa è segnalato a Kandahar, nel sud, caduta nelle mani dei Talebani due giorni fa. Combattimenti, ha riferito all’Ansa Alda Cappelletti, direttore delle operazioni dell’ong Intersos, sono segnalati intorno all’aeroporto, una ventina di chilometri a sud-est della città. Sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha incontrato il capo dell’ufficio politico dei Talebani, invitando gli insorti ad accettare un cessate il fuoco. Alcuni giorni fa il governo di Kabul si era detto pronto anche a condividere il potere pur di arrivare ad una tregua, e nel suo discorso televisivo il presidente Ghani ha detto che “consultazioni” sono in corso per trovare una “soluzione politica”. Ma non ha fatto alcun cenno alla possibilità di farsi da parte per favorire un compromesso.
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