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Tassi record e crescita, la via del Mef nel 2022

Rivera, fabbisogno migliore delle stime. Fiducia su sostegno Bce



ROMA, 20 DIC - Più crescita, meno fabbisogno, e un costo per emettere bond sui minimi record grazie alla Bce. E' la strategia del debito pubblico del ministero dell'Economia per gli anni a venire delineata nelle Linee guida per il 2022, e assicurerà la sostenibilità puntando su un costo medio del debito "sensibilmente inferiore alla crescita nominale", come ha spiegato il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera. Col risultato di una traiettoria di discesa del rapporto debito/Pil nonostante un saldo primario - prima cioè del pagamento degli interessi - che in base alla Nadef resterà negativo fino al 2024. Quanto sia rilevante la politica monetaria della Bce, che con tassi ai minimi storici e il programma 'Pepp' da 1.850 miliardi di euro ha assorbito quasi interamente il fabbisogno del 2020 e 2021, lo si vede da un numero: il costo medio della raccolta tramite emissioni di nuovi bond per il 2021 è crollato allo 0,1% dallo 0,59% dello scorso anno. E' "il minimo storico per la Repubblica italiana", ha spiegato Rivera, e il prossimo anno l'aumento sarà "marginale" nonostante emissioni a medio e lungo termine vicine ai 318 miliardi di quest'anno: meno dei 369 miliardi del 2020, ma ben al di sopra dei 253 miliardi del 2019. Finanziarsi a un costo così basso ha liberato margini di manovra consentendo per quest'anno un fabbisogno che quest'anno sarà "decisamente inferiore anche alle stime della Nadef di pochi mesi fa". E proseguirà, assieme al rapporto debito/Pil, "in ulteriore discesa nei prossimi anni". Certo, la Bce si appresta a chiudere il Pepp a marzo. Ma Davide Iacovoni, responsabile del Mef per il debito pubblico, si aspetta da Francoforte anche per il 2022 una copertura solida, ampia sulle emissioni nette, sicuramente ben oltre la metà" degli 80-90 miliardi netti stimati dal Tesoro per il 2022. E invita a non sottovalutare che la Bce ha allungato al 2024 la finestra temporale entro cui reinvestirà tutti i bond che arrivano a scadenza. Potrà scandire e indirizzare gli interventi verso i bond dei Paesi che ne hanno bisogno, è il ragionamento. Inoltre "in caso di necessità ci potrebbe essere la riapertura del Pepp". Non c'è garanzia che l'inflazione così elevata non scombussoli la linea ancora accomodante di Francoforte. Nel frattempo il Tesoro continuerà nel 2022 a diversificare: con "una presenza importante" - ha spiegato Iacovoni - nelle emissioni in dollari. Con il Btp green. E tornando a guardare ai risparmiatori, per un debito italiano che è in larghissima parte nelle mani di banche centrali e istituti di credito. Tornerà dopo la pausa del 2021 il Btp Italia, dove si studiano "accorgimenti tecnici" per renderli attrattivi in un momento di tasi reali negativi. E il Btp Futura, con l'ultima di novembre un po' deludente, potrebbe rivedere il 'premio fedeltà' con cui invoglia le famiglie

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