TOGHE SPORCHE
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Processo per Palamara e altri nove «corrotti»

di Sandra Fischetti
ROMA. Processo disciplinare non solo per il pm romano Luca Palamara, finito sotto inchiesta a Perugia per corruzione, ma per tutti i magistrati che l'8 mag- gio del 2019 parteciparono con Luca Lotti alla riunione notturna all'hotel Champagne sulla nomina del procuratore di Roma. Si tratta dei cinque consiglieri del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Luigi Spina, che si sono poi dimessi, e del deputato di Italia Viva Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa. La procura generale della Cassazione, al termine dei suoi accertamenti, ha chiesto alla Sezione disciplinare del Csm di fissare per loro l'udienza pubblica, in cui dovranno difendersi da due contestazioni: aver tenuto condotte scorrette nei confronti dei colleghi e aver interferito nell'esercizio dell'attività di organi costituzionali. Accuse pesanti per le quali rischiano anche "le sanzioni più gravi", come dice in una conferenza stampa il Pg della Cassazione Giovanni Salvi, spiegando che per Ferri, si è sollecitato il Csm a chiedere alla Camera l'autorizzazione per l'utilizzabilità delle intercettazioni che lo riguardano. Si tratta di una "vicenda di particolare gravità"; quello che è successo "ha segnato un punto di non ritorno" e l'impatto sull'opinione pubblica "è stato pessimo". Perché nomine fatte "sulla base dell'orientamento di corrente" rappresentano una "violazione grave delle funzioni del Csm". Occorre però ora avere "fiducia:il Csm sta compiendo dei passi avanti. Proprio perchè è così grave il colpo che ognuno di noi ha subito nella sua credibilità, abbiamo forte il desiderio di mostrare che siamo in grado di voltare pagina", assicura il Pg. In tutto sono 10 le toghe finite a giudizio disciplinare. Le altre quattro hanno posizione "di contorno" a quella vicenda:sono i pm Stefano Fava e Cesare Sirignano (quest'ultimo trasferito d'ufficio per incom- patibilità dal Csm ) e due magistrati segretari di Palazzo dei marescialli, questi ultimi con un ruolo minore. E a breve, "certamente prima delle ferie estive", potrebbero essere formalizzate altre azioni disciplinari, stavolta con riferimento alle chat trovate nel cellulare di Palamara in cui era stato inserito un trojan . "Non posso anticipare niente, nemmeno tra qualche giorno, perchè il lavoro va completato e perchè non vogliamo dare comunicazioni prima che le persone eventualmente incolpate abbiano avuto legittima conoscenza attraverso il provvedimento che dovremo notificare", afferma Salvi. Al suo fianco ci sono il procuratore aggiunto Luigi Salvato e l'avvocato generale Pietro Gaeta, asse portante della task force, forte di 3 sostituti, istituita un mese fa proprio per valutare la montagna di materiale arrivato dalla procura di Perugia. "È stato un lavoro molto impegnativo, non tanto per la mole di documenti (il contenuto delle chat in larga parte è di carattere privato e non ha nulla ache vedere con possibili ipotesi disciplinari), ma perchè sono di difficile lettura per chi non conosce le vicendespiega Salvi- Per questo è stato necessario elaborare dei criteri di valutazione, che saranno resi pubblici sul nostro sito, quando sarà possibile comunicare l'esito dei nostri lavori". Il tutto in un'ottica di "trasparenza" per l'opinione pubblica e "correttezza" per le persone coinvolte. Tra le chat alcune sono di consiglieri del Csm in carica, ma è presto per dire come finirà. "Lavoreremo con molta serietà e determinazione. La mia cautela non va intesa come la volontà di mettere un coperchio sopra. Ma voglio rispettare le regole e diritti delle persone coinvolte", conclude.
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